Storie del passato, ma all'epoca con prospettive per il futuro...
Del come abbattere una montagna di Cogne
(o del passarci al di sotto...)
Questa storia potrebbe trovare radici nel lontano Medioevo, quando gli abitanti di Cogne frequentavano assiduamente il Piemonte per i loro scambi commerciali. Da Cogne, per esempio, essi valicavano i colli del circondario per scendere fino al mercato di Cuorgnè dove trovavano diversi banchi a loro riservati.
Ma il destino decise altrimenti e - anche a causa dei peggioramenti climatici - mise fine a quei frequenti contatti; compresa la partecipazione alla fiera che Cogne organizzava ogni 26 settembre e che era stata autorizzata dal re il 4 luglio 1735.(1)
L’importanza di quell’appuntamento si ridusse talmente tanto, che il dottor César-Emmanuel Grappein di Cogne (1772-1855) - preoccupato - nel 1852 ebbe modo di scrivere che tale evento (che non esisteva ormai più) restava solo nei calendari degli almanacchi. Lo rattristava anche il fatto che molti conoscenti piemontesi invitavano ancora i suoi compaesani al mercato di Cuorgné. Impossibilitati a travalicare agevolmente i monti e mancanti di una vera strada di collegamento con Aosta (che arrivò solo nel 1918), i
cogneins
sembravano quasi isolati dal mondo.
Per tutte queste ragioni, nel 1854 il dottor Grappein partorì un curioso progetto:(2) abbattere la sommità di una cresta montuosa posta nell’alto vallone dell’Urtier, a quasi 3.000 metri di altitudine, e situata nei pressi dei laghi Miserino al fine di ricavare un comodo valico per farvi transitare una strada mulattiera. Egli, infatti, riteneva che
sans ce passage la foire de Cogne du vingt-six septembre, ne sera qu’un vain nom dont on nous abuse.
Questo nuovo collegamento con il Piemonte avrebbe reso a Cogne grande progresso ed un vantaggio incommensurabile. A suo parere, infatti, i
cogneins
potevano così ottenere il mais ed altre granaglie a prezzi concorrenziali e vendere burro, formaggi e bestiame a prezzi indubbiamente favorevoli.
Il 19 settembre 1854, Grappein (che morì pochi mesi dopo all’età di 83 anni) con Pierre Jeantet ed un figlio del vice sindaco Cavagnet, si spinse a sud dei laghetti, lungo la cresta meridionale della montagna. Lassù, con estrema precisione, misurò la porzione di montagna da far brillare
devant la toute puissance de la poudre à canon: si trattava di un immenso blocco di 15 tese di altezza (circa 28 m), 8 tese di larghezza nella sua parte più elevata (circa 15 m) e 12 tese di larghezza alla base (circa 22,5 m).
Secondo Grappein tale
Sainte oeuvre
si sarebbe realizzata in tre mesi e mezzo di lavoro da svolgere con squadre di 15-20 uomini, che avrebbero lavorato a turnazione a causa della mancanza di spazio; il costo dell’opera sarebbe ammontato a 6.500-7.000 franchi:
Une libre communication avec les communauté du Piémont est aussi nécessaire à la commune de Cogne que le respiration l’est à l’homme.
La nuova mulattiera avrebbe anche permesso di raggiungere Torino in appena un giorno, a differenza dei tre allora necessari al tragitto.
Inutile dire che il progetto non fu mai realizzato...
Neppure altri lo furono. Nel 1904, per esempio, l’nglese Radcliff Ward aveva progettato un tracciato ferroviario che doveva collegare Torino con Martigny. La linea, lunga 157 km, dopo aver attraversato il Canavese e Cogne (raggiungibile tramite un tunnel posto sotto il Gran Paradiso), transitava per Morgex (che faceva da perno stradale), Courmayeur, la zona del Col Ferret e finalmente raggiungeva la cittadina svizzera del Vallese.(3)
Nel 1936, poi, venne dibattuto un nuovo progetto; questa volta relativo ad una “autostrada di Cogne” e ciò durante un convegno svoltosi in Aosta:(4)
Il progetto elaborato dall’ing. L. Ramallini, relativo ad una autostrada di 9 metri di larghezza, tra Villanova Baltea
(Villeneuve, n.d.a.)
, Cogne e Pont Canavese, con sviluppo di circa 50 chilometri e spesa approssimativa di 40 milioni, aveva come premessa il collegamento successivo con il traforo del Monte Bianco, la cui costruzione allora sembrava essere imminente. Il sogno era collegare Torino direttamente con il tunnel senza passare da Ivrea e poi da Aosta.
Pure in questo caso tutto venne abbandonato, probabilmente anche a causa dell’imminente conflitto mondiale.
Molto più recentemente si è ancora parlato di collegare il Piemonte e la Valle d’Aosta attraverso le valli del Soana e di Cogne. Nel 2000, per esempio, si è svolto a Ronco Canavese (Torino) un convegno intitolato “La vì de Cogne”, che ipotizzava un traforo stradale tra le due regioni alpine. La contrarietà espressa da molti ha, però, messo in dubbio ogni ulteriore sviluppo futuro.
(1) J.-B. De Tillier, Historique de la Vallée d’Aoste, Aoste 1966. p. 99. (2) C.-E. Grappein, Mémoire sur un débouché à ouvrir dans l’intéressante vallée des lacs Mizerins, in P. Malvezzi, Le Val de Cogne, pp. 163-166. (3) L’Echo des Mines et de la Métallurgie, 10-10-1904. (4) J. Brocherel, Il problema stradale valdostano, pp. 361-362.