Dove mettere la buca delle lettere?
È curioso come i fatti, visti da posizioni diverse, raccontino verità interessanti.
Ecco una breve storia i cui risvolti differenti narrano un pezzo curioso della storia di Aosta.
Un tempo, la mancanza di cassette postali rappresentava per la città un vero problema e la corrispondenza - diciamo “centralizzata” - veniva accettata e poi inviata al destinatario solo recandosi presso l’ufficio postale situato in piazza Carlo Alberto (oggi piazza Émile Chanoux).
A tale proposito, nel 1872 qualcuno si domandava (per l’ennesima volta)(1) per quale ragione non si potessero collocare due buche delle lettere lungo le vie più importanti di Aosta: Est-ce demander trop à une ville comme la nôtre?(2)
La richiesta era logica, semplice e doverosa: malgrado ciò, non fu accolta immediatamente.
Infatti, per ottenere quegli appareils
si dovette attendere fino al 1883 cioè quando finalmente arrivarono due buche delle lettere(3) che furono piazzate rispettivamente una sulla maison Cerise
in via Croix-de-Ville e l’altra presso la Porta Pretoria: De cette façon les commerçants des quartiers éloignés n’auront plus à courir jusque sur la Place pour l’expédition de leurs plis;(4) intorno al 1895, inoltre, l’amministrazione ferroviaria aveva fatto collocare delle cassette postali presso tutte le stazioni.(5)
Nel frattempo molte altre cose cambiarono in meglio in tale settore. Nel 1914, per esempio, il giornale Le Mont-Blanc, facendosi interprete dei postini locali, proponeva agli aostani di dotarsi tutti di buca delle lettere onde evitare ai portalettere di perdere tempo nella consegna della corrispondenza e scongiurando, così, ritardi: Ces boîtes aux lettres existent dans toutes les grandes villes, Aoste ferait bien d’en faire autant afin d’accélérer la distribution des lettres à tous les titulaires;(6) nel 1921, poi, veniva proposta sia l’apertura di uffici postali in ogni comune e parrocchia della Valle d’Aosta, sia il posizionamento di cassette postali in ogni villaggio popoloso.(7)
Ma torniamo alle prime due buche delle lettere del 1883...
Per quanto comprensibilmente strategica, la scelta di collocare una delle due caselle sulla Porta Pretoria non fu felicissima; in più tale cassetta era stata ancorata sul fronte di un oratorio - scomparso poi nel 1931 - che era stato addossato alla facciata principale del monumento, proprio tra il fornice principale e il passaggio settentrionale. Sul lato destro della grata della cappellina era stata, invece, appesa una bacheca.
Il tutto sparì, come anticipato, nel 1931 quando l’oratorio de la Sainte-Trinité
fu abbattuto lasciando nuovamente visibile la nicchia romana presso cui fu collocato un crocifisso,(8) opera ancora oggi esposta alla venerazione pubblica.
L'idea di demolire l’edicola sembrava già essere stata avanzata nel 1926 dall’ispettore generale alle antichità Ernesto Schiapparelli; la struttura, presente da più di tre secoli, aveva già rischiato di scomparire nel 1882...
(9)
Ma prima che tutto ciò sparisse, quello strano scenario era diventato in qualche modo una notizia di dominio pubblico. Nel 1925, infatti, quella buca delle lettere stonò parecchio ad un giornalista argentino che era passato per Aosta e che così relazionò su di un periodico americano ciò che vide: (...) proseguendo da piazza Carlo Alberto verso via Umberto I (oggi via Porta Pretoria, n.d.a.), in pochi minuti si raggiunge la Porta Pretoria, costruzione romana
(...). Si dice che nel Medioevo i signori di Quart decisero di costruire la piccola cappella posta in cima alla facciata principale della Porta Pretoria
(l’edificio era dedicato anch'esso alla Santissima Trinità; anche questa struttura oggi non è più esistente, n.d.a.). (...) Un crimine artistico, ovviamente.
Ma non è possibile condannare gli autori di quell’intervento. Se, infatti, quella cappella testimonia il loro spirito religioso, certamente non rappresenta il loro buon gusto.
Tuttavia, si potrebbe procedere contro l’amministrazione postale italiana che non ha avuto remore nell’installare sul monumento romano un paio di cassette postali.(10)
Come anticipato, tutto si risolse qualche tempo dopo ed oggi la Porta Pretoria (e non le “Porte Pretoriane”, come tante volte si sente erroneamente dire...) dopo essere stata oggetto di diversi restauri si presenta in tutto il suo splendore.
(1) L’Echo du Val d’Aoste, 22 novembre 1872: L’invitation que nous avons faite au municipe d’établir deux nouvelles boîtes, l’une aux Portes Prétoriennes et l’autre au débouché des rues Croix-de-Ville et Ducale, a trouvé beaucoup d’écho. Le municipe attendra-t-il que l’on fasse une souscription dans ce but? (2) L’Echo du Val d’Aoste, 20 dicembre 1872. (3) Successivamente ne fu aggiunta una terza presso la sede della Sottoprefettura in piazza Roncas. Le Mont-Blanc, 23 aprile 1915. (4) L’Echo du Val d’Aoste, 5 ottobre 1883. (5) Le Duché d’Aoste, 6 febbraio 1895. (6) Le Mont-Blanc, 13 novembre 1914. (7) La Vallée d’Aoste, 3 dicembre 1921. (8) La revue diocesaine d’Aoste, 2 novembre 1932. (9) La Patrie valdôtaine, 16 settembre 1926. (10) Caras y Caretas, 19 settembre 1925; articolo del dottor A. Vaccari.