La battaglia delle arance al carnevale di... Aosta
Forse non è così noto, ma come Ivrea, anche Aosta aveva la sua battaglia, che si svolgeva per le vie del centro in occasione della sfilata di carnevale.
Si tratta certamente di una tradizione antica, come testimonia una cronaca del 1858 in cui si segnalano alcuni piccoli incidenti durante il carnevale, tra cui delle nuées de haricots que l’on recevait de tout côté; ossia lancio di fagioli.(1)
L’anno successivo, i lanci di cui scriveva un giornale erano di diversa natura. Dai carri, le persone mascherate che percorrevano le vie della città gettavano dolciumi a destra e a manca, verso i balconi e finestre, toujours accueillies par acclamation.(2)
Probabilmente la cosa o non era così gradita a tutti o degenerò, considerando che nel 1870 l’amministrazione comunale, richiamò l’attenzione di tutti, ricordando le leggi che vietavano il lancio di vari oggetti contro le persone, come pietre, coriandoli e des fruits, per la sicurezza di tutti.(3)
Questo divieto probabilmente ridusse la vivacità che faceva sobbalzare la città, tanto che nel 1879 un giornale affermò: Où sont les courses traditionnelles de voitures, les batailles d’oranges et de bonbons, les mascarades à pieds et à cheval qui traînaient après elles l’éternel cortège de badauds désoeuvrés?
(“Dove sono le corse tradizionali dei carri, le battaglie di arance e caramelle, le mascherate a piedi e a cavallo che trascinavano dietro di loro l’eterno corteo di spettatori svagati?”).(4)
Le mancanze continuarono, come segnalato nel 1881. In quell’anno furono pochi i carri alla sfilata, ma... “se non è stata più numerosa, è per mancanza di veicoli e non per mancanza di buona volontà. Non si può dire lo stesso delle arance che sono state lanciate a profusione”.(5)
Nel 1884 la preoccupazione era rivolta ai bambini che, per raccogliere le arance rimaste a terra, rischiavano di farsi schiacciare dalle ruote dei carri.(6)
Fu rilevato, infatti, che “il lancio delle arance è stato abbastanza inaudito; le strade ne erano costellate”(7)
e “dai balconi, dalle finestre, dai carri, era una vera pioggia di arance, non sempre lanciate secondo quanto prescritto dalla prudenza e dal manifesto municipale”.(8)
Nel 1887, non a caso, fu ribadito il divieto di lanciare con forza le gli agrumi.(9)
Con una certa poesia, nel 1895 un giornale faceva notare come i fiocchi di neve quell’anno sostituivano le “arance dorate e le caramelle che affascinanti dame e signorine scambiavano con molta grazia, dall’alto dei balconi, con le persone in maschera che ogni anno percorrevano le vie della città con i carri”.(10)
Nel 1908, invece, veniva segnalata la presenza di un carro, uno tra i tanti, il più sontuoso, da cui venivano lanciate odorose arance, d’une senteur un peu forte même pour les nuques et les échines où elles allaient s’aplatir
(“di un profumo un po’ forte anche per le nuche e le schiene dove andavano a schiacciarsi”).(11)
La questione relativa al lancio delle arance sembra essere terminata con la guerra e non riprese dopo il conflitto, come fu notato nel 1920, e negli anni successivi, quando si affermò che il carnevale era povero e tra le tante cose non più organizzate c’erano anche les batailles d’oranges.(12)
Nel 1935, qualcuno ricordò i carnevali del passato e auspicò il ritorno a quei vecchi tempi in cui “arance, mandarini, caramelle e cioccolatini venivano lanciati, non come proiettili di mitragliatrice, ma con garbo alle dame, alle ragazze e ai bambini”.(13)
Un tempo, Aosta era, dunque, animata da un carnevale davvero interessante.
Balli, canti, sfilate, musica, serate e momenti di beneficenza e vere e proprie associazioni che organizzavano tali giornate di allegria rendevano il Carnevale, con i personaggi della regina Grolla e di re Barleth, un momento molto sentito: in più avevano anche lo scopo di stimolare il commercio e il turismo.
Sarebbe interessante ripensare e rifondare un Carnevale storico proprio per Aosta (senza lancio di agrumi, però...) che si aggiunga alla bella iniziativa dei Carnavals de Montagne.
(1) L’Indépendant, 19 febbraio 1858. (2) L’Impartial, 9 marzo 1859. (3) Feuille d’Aoste, 19 gennaio 1870. (4) L’Echo du Val d’Aoste, 27 febbraio 1879. (5) Si elle n’a pas été plus nombreuse, c’est faute de véhicules et non de bonne volonté. On ne peut en dire autant des orange qui ont été jetées a profusion. L’Echo du Val d’Aoste, 4 marzo 1881. (6) L’Echo du Val d’Aoste, 22 febbraio 1884. (7) Le jet des oranges a été relativement inouï; le rues on étaient jonchées. L’Echo du Val d’Aoste, 29 febbraio 1884. (8) Le Patriote, 29 febbraio 1884. (9) L’Echo du Val d’Aoste, 18 febbraio 1887. (10) Le Mont-Blanc, 1° marzo 1895. (11) Le Mont-Blanc, 13 marzo 1908. (12) Le Pays d’Aoste, 19 febbraio 1920. (13) Le Mont-Blanc, 8 marzo 1935.