Corsi e ricorsi storici...
Le frane sul borgo di Villeneuve
A cavallo tra il 2019 e il 2020, una parte limitata del borgo di Villeneuve (Valle d'Aosta) è stata oggetto di una frana che ha costretto alcune decine di persone ad essere evacuate dalla zona. Fortunatamente, il materiale roccioso caduto dalla parete naturale che sovrasta il paese ha provocato solo danni a qualche struttura.
Non è la prima volta che succede un fatto così grave.
Le cronache riportano almeno un altro evento simile a quello accaduto di recente, fatto che si verificò verso le tre del mattino del 21 novembre del 1900.
Durante quella notte fu udito un rumore - una sorta di detonazione - che risvegliò la popolazione. Un blocco di terra e di pietre di circa 20 metri cubi si era staccato dalle alture di Châtel-Argent e si era abbattuto su di un deposito di letame situato a sud del villaggio. Anche in questo caso non si contarono vittime, ma solo il crollo di un vecchio tetto - quello del
barmet
Guidon - e di una casa; un giovane, che stava dormendo nel proprio letto, si salvò grazie ad
una trave che fece arco all’impeto del masso, e così il giovane potè miracolosamente salvarsi e porre in salvo anche i tre capi di bestiame dalle ruine che ora, insieme al masso, ingombrano lo sbocco di una via di Villeneuve, rendendo necessario ai veicoli il trasbordo.(1) Alla fine dei conti, la
pilule erratique
era stata rallentata e attutita da un percorso breve, accidentato da salti e il cui terreno risultava intriso dalle recenti piogge.
Furono immediatamente avvisate le Autorità, anche perché ad oriente dell’abitato altri blocchi di roccia, agevolati dall’instabilità del terreno, sembravano pronti a smottare.
La stampa dell’epoca ricordava che, a volte, ciò che è già successo in passato dovrebbe servire come una lezione per l’avvenire. Dichiarazione che si appoggiava sul fatto che scavando nei
barmets
(ossia nelle particolari cantine o stalle della zona ricavate nella roccia), diverse volte furono trovate le tracce di antichi distacchi,
des cadavres enfouis par d’imprévues catastrophes, utensili, attrezzature per arare...(2)
Qualche malizioso, invece, aveva fatto notare che,
en ce bas monde, qualche superstizioso avrebbe magari attribuito la colpa dello smottamento alla eco prodotta da certe feste e dai relativi applausi, acclamazioni e rumori. Indubbiamente, si trattava di semplice sarcasmo o satira politica e il riferimento era indirizzato a quanto avvenuto pochi giorni prima dell’incidente. Il 15 novembre, infatti, Villeneuve fu sede di un grande banchetto organizzato in onore dell’avvocato Alphonse Farinet (1857-1931), liberale di sinistra, da poco eletto deputato del collegio Aosta. Elezione, la sua, combattuta e vinta grazie anche ad una forzata alleanza con il mondo cattolico.
Tolto questo aneddoto, questa facezia, resta invece forte il monito di un giornale di allora: Nous ne doutons pas que l’Autorité compétente, invoquée par les intéressés, ne prenne de sages et prévoyantes mesures, pour empêcher de nouvelles surprises.(3)
(1) Le Mont-Blanc, 30 novembre 1900. (2) L’Alpino, 30 novembre 1900. (3) Jacques Bonhomme, 29 novembre 1900.
Immagine di copertina tratta da C. Ratti, F. Casanova, Guida illustrata della Valle d'Aosta. Stazioni estive e termo - minerali - Antichità romane - Castelli medievali - Escursioni ed ascensioni alpine, seconda edizione ritoccata, 1890, p. 169, foto M. Gabinio.