Nei primissimi anni Dieci del Novecento la Prefettura e il Comune di Parigi, in collaborazione con gli Automobile-Club della zona, organizzarono dei veri e propri concorsi internazionali di... parafango.
In sostanza si trattava di cercare e poi premiare il miglior modello capace di ridurre - se non addirittura evitare - gli schizzi provocati da un traffico sempre più crescente di autoveicoli.
Le prove dei parafanghi - numerosi di questi ingegni erano anche bizzarri, considerato il fatto che in tanti partecipavano al concorso di idee - avvenivano dapprima su pista, poi su strada; ovviamente ciò succedeva in occasione di giornate piovose.
Le autovetture testavano tutti i parafanghi proposti che venivano sperimentati sia in prossimità dei marciapiedi, sia facendo sfrecciare i veicoli accanto a particolari tabelloni bianchi graduati. Con questo semplice sistema veniva verificata l’altezza, l’ampiezza e la quantità di fango schizzato...(1)
A quanto potrebbe sembrare, furono quei concorsi d’idee ad attirare, tra i tanti, anche l’interesse di un giovane emigrato valdostano: Victor Fresc, un operaio, originario di Villeneuve e residente a Saint-Mandé (Île-de-France), comune situato nei pressi della capitale francese.(2)
I suoi esperimenti furono talmente incoraggianti che il 6 settembre 1913 egli brevettò a Parigi un suo tipo di parafango.
Per l’occasione Victor fu intervistato dal giornale L’Echo de la Vallée d’Aoste, organo d’informazione che da Parigi rappresentava la “voce” degli emigrati valdostani in Francia: la testimonianza dell’inventore fu pubblicata il 1° novembre 1913.
Al foglio, il giovane dichiarò che l’idea era cresciuta in lui un poco alla volta e che vi aveva lavorato da solo nei momenti liberi; con un Vous savez que cela maintenant est recherché par tous. Donc, je l’ai cherché moi aussi, sembra confermare quanto ipotizzato in precedenza sull’interesse che si era creato intorno alla necessità di un parafango valido.
Al suo ritrovato si era interessato anche un ingegnere della Compagnie Générale des Omnibus
(CGO) che, per l’appunto, avrebbe chiesto consiglio alla Prefettura parigina di Polizia dato che tale istituzione, come detto, si trovava al centro dell’affaire; comunque sia, l’interesse di quel tecnico doveva essere alto, considerato che si era da poco proceduto al cambio radicale del parco macchine. L’ultima linea a cavallo intra-muros, infatti, era stata soppressa qualche mese prima, ossia il 12 gennaio, e la stessa CGO in quel momento poteva contare già su almeno 700 veicoli a motore; les autres voitures de places seront bien plus de dix mille.
Non si conosce molto altro dell’esito del brevetto di Fresc, progetto di cui lo stesso inventore affermava di avere sì qualche speranza in un eventuale commercio e guadagno, ma lucidamente riconosceva anche che ce sera peut-être difficile. L’ingegnere di Parigi, infatti, gli aveva fatto notare che il sistema proposto sarebbe costato troppo, per quanto l’inventore l’avesse rassicurato spiegandogli che sarebbe bastato modificare la “corona esterna” della ruota.(3)
In poche parole il sistema di Fresc, come descritto da un periodico dell’epoca,(4)
era ingegnoso e differiva da altri conosciuti fino ad allora per una particolarità fondamentale: la ruota era preceduta esternamente da un disco che veniva mosso da un sistema rotatorio inverso. Grazie a ciò, il fango proiettato lateralmente contro la paratia stessa veniva rigettato a terra, mais avec une force de jet très atténuée.
Non si conosce molto altro né dell’invenzione, né di Victor se non che nel 1959 l’uomo risiedeva nella città Orléans, capoluogo della regione del Centro-Valle della Loira e del dipartimento del Loiret, ed era un sostenitore del giornale degli emigrati valdostani all’estero.(5)
Ecco, in breve, un curioso segmento di vita di uno dei nostri, tantissimi, émigrés...
(1) Le Figaro, 3 novembre 1912. (2) Saint-Mandé è un comune situato nel dipartimento della Valle della Marna nella regione dell’Île-de-France. (3) (...)
que ce qu’il fallait changer, la couronne extérieure, pouvait être en manière très économique,
L’Echo de la Vallée d’Aoste, 1° novembre 1913. (4)
Vie au grand air, 29 novembre 1913. (5) In quell’anno, il benefattore Fresc aveva versato 3.000 franchi pour le journal,
La Vallée d’Aoste, 28 marzo 1959.