In questo periodo di passaggio tra fine 2021 e inizio 2022 non è così raro sentire circolare "lamentele" della serie: "Che clima anomalo!"; "piove invece di nevicare"; "nevica poco"; "le temperature si sono alzate eccessivamente"; "non è mai successo che...".
In realtà, tali affermazioni sono legate a quel "E’ a memoria d’uomo che non si ricorda...", considerazione di valore empirico il cui giudizio sommario, invece, ci rammenta quanto la memoria dell’uomo sia molto spesso corta e, soprattutto, imprecisa.
Le temperature alte dei giorni scorsi o le piogge al posto della neve, o, o, o... sono fenomeni piuttosto frequenti per la nostra regione nel corso della storia. Lascia piuttosto perplessi, quindi, il sentirli enunciare da alcuni esperti meteo con l’enfasi tipica del bimbo che vede per prima volta la neve.
E' sufficiente sfogliare qualche giornale del passato, infatti, per rendersi conto che anche allora si tendeva a rimarcare con enfasi le medesime preoccupazioni dinnanzi a fenomeni identici, se non addirittura più estremi ancora rispetto ad oggi.
Tanto per citare qualche esempio raccolto dai giornali valdostani di un tempo, si può citare un articolo datato 5 gennaio 1860 che affermava: "Il tempo è molto variabile; tanto fa freddo, tanto fa caldo. Le nebbie si alternano al sereno; un giorno nevica, l’altro piove e un terzo fa uno e l’altro."
Effettivamente, dal 29 dicembre 1859 le temperature si erano addolcite gradualmente raggiungendo ad Aosta i 13° nell’ultimo giorno dell’anno...;(1)
temperature tutto sommato in linea con quelle registrate il 30 dicembre 2021.
Non molto differente la situazione meteo rilevata tra il dicembre 1871 e il gennaio 1872.
In quel periodo in città si registrarono nuovamente una decina di gradi sopra lo zero, ma Cogne (1.544 m) arrivò a toccarne 20,5, traccia evidente di quel frequente vento di caduta chiamato foehn che molto spesso soffia aria di primavera nelle nostre valli durante i lunghi inverni alpini: La neige a été très rare, même dans les régions le plus élévées, d’après ce que m’annoce le recteur de l’Hospice du Grand Saint-Bernard.(2)
Nel 1913 un giornale valdostano titolò addirittura un pezzo in cronaca con un laconico Pas d’hiver: "Niente inverno, o piuttosto è molto dolce, poiché ci ha regalato un vento caldo che ci fa pensare ad un anticipo di primavera".
Domenica 21 dicembre 1913 alcuni escursionisti notarono un mandorlo in fiore lungo la strada che conduce al Gran San Bernardo. Peut-être devrons nous dire: à Noël les moucherons, à Pâques les glaçons, concludeva il giornale che ne aveva dato notizia.(3) Invece, coloro che 10 giorni dopo salirono fino al colle rimasero sorpresi de n’y trouver absolument aucune neige sur le versant italien.(4)
Anche verso la fine del mese dicembre del 1921 le cose non sembravano differenti.
Al colle del Piccolo San Bernardo (2.188 m), infatti, veniva segnalata l’assenza di neve. Anche allora, però, qualcuno stranamente scrisse: Il faut remonter bien loin dans nos annales pour trouver une pareille témpérature à cette saison...(5)
Il 19 di quel mese di un secolo fa a Fontainemore le temperature raggiunsero addirittura i 25°, il bosso era in fiore e le api svolazzavano...: N’y-a-t’il pas de quoi s’épouvanter?(6)
Da Gressoney-La-Trinité veniva segnalato il clima estremamente secco e la comparsa del morbillo, tanto da obbligare le autorità a sospendere temporaneamente le lezioni nella scuola del capoluogo; oltre a ciò l’ennesimo: Il n’y a pas mémoire d’homme qui se rappelle avoir vu un temps si constamment beau, limpide comme cette année.
Poi, à force d’être invoqué, l’hiver est infin venu avec son blanc manteau de neige, scrisse Le Pays d’Aoste
del 27 gennaio 1922.
Insomma, citando la Bibbia, si potrebbe laconicamente affermare: “nulla di nuovo sotto il sole”...(7)
(1) Feuille d’Aoste, 5 gennaio 1860. (2) Da una corrispondenza datata 28 dicembre 1871 del celebre Padre Denza, direttore dell’Osservatorio meteorologico di Moncalieri (Torino), Feuille d’Aoste, 10 gennaio 1872. (3) Le Mont-Blanc, 30 dicembre 1921. (4) Le Duché d’Aoste, 25 gennaio 1922. (5) Feuille d’Aoste, 5 gennaio 1860. (6) La Vallée d’Aoste, 31 dicembre 1921. (7) Nihil sub sole novum, Ecclesiaste
(1, 10).