Pescatore di... vitelli
Tra gli ultimissimi anni dell’Ottocento e i primi di quello successivo, al signor Giuseppe Veyroux fu concesso il diritto di pesca
(1) nel fiume Dora Baltea - tra il ponte di Aymavilles e quello di Villefranche (Quart) - e lungo i torrenti Buthier e Artanavaz. Autorizzazione che gli aveva attirato più di un’invidia e sollevato alcune proteste.
Veyroux non rimase insensibile a quegli attacchi e un giorno d’autunno del 1910, esasperato da certe critiche, prese carta e penna e scrisse ad un giornale locale il suo disappunto. La sua protesta era indirizzata proprio contro tutti gli sforzi fatti dai miei rivali che hanno fatto tutto il possibile per sostituirmi.(...) Non è così che si tratta verso un padre di famiglia che lavora giorno e notte coi suoi pel proprio mantenimento e per fare onore a tutti i suoi impegni.(2)
Quelle erano solo critiche gratuite, il lavoro di Veyroux invece era davvero inarrestabile e professionale. L’uomo si trovò ogni tanto persino a dover tirare fuori dalle acque non solo i pesci, ma anche qualche altro animale; per lui non era raro, infatti, imbattersi in qualche capo di bestiame smarrito lungo le sponde dei corsi d’acqua. Effettivamente e più d’una volta, gli capitò di dover “pescare” qualche vitello imprudente.
Fu il giornale Le Mont-Blanc
del 14 ottobre 1910 a informare di una di quelle storie tramite una breve notizia: Un veau trouvé par la famille du pêcheur Veyroux est à la disposition du propriétaire qui l’a perdu.(3)
Ad onor di cronaca, due anni prima, ossia nel 1908, era già accaduto qualcosa di simile, ma i risvolti di quella vicenda erano ben più drammatici e avevano messo in pericolo il figlio del signor Giuseppe.
La vicenda:
Un vitello, appartenente a Louis Lucianaz residente nell’envers, allontanandosi dal pascolo cadde nella Dora e fu portato via dalle acque.
Il figlio del pescatore Veyroux (bien connu dans notre ville) si tuffò nel fiume e recuperò l’animale il quale fu in grado di raggiungere subito la riva.
Quell’acte humanitaire, però, rischiò di costare la vita al ragazzo dato che, nel frattempo, le acque del fiume si erano improvvisamente ingrossate tanto da impedirgli di mettersi in salvo. Dal punto in cui si trovava il ragazzo era, infatti, diventato impossibile guadare, ragione per cui cercò riparo su di una sorta di isolotto situato lì vicino, cioè in prossimità del Pont-Suaz.
Circondato dalle acque, sempre più minacciose, al giovane non rimase che attendere l’aiuto di qualcuno.
Finalmente, verso le 22.00 giunsero i soccorsi sperati, tra cui i suoi genitori. Le funi portate dal padre e l’aiuto offerto da tre altri coraggiosi, che si unirono ai Veyroux per le operazioni di soccorso, permisero di evitare il peggio.
Non fu comunque facile quel recupero, considerato anche il fatto che il giovane ormai stava per essere inghiottito dalle acque.
Fu allora che, avec un courage et une bravoure peu commune, le père Veyroux les transporta, une à une sur ses épaules, à travers les flots pour être plus près du fils Veyroux qui attendait toujours sur son île, comme dans les romans émouvants de Pierre Loti.(4)
De là on lui jeta une corde qu’il s’attacha solidement; puis, on tira!...
Furono momenti di angoscia, ma il figlio - ormai avvolto dalle acque - courageux, plein d’une audace superbe
riuscì lo stesso ad aggrapparsi alla fune e a raggiungere il gruppo; sano e salvo si gettò tra le braccia dei suoi genitori.
Le bon papa Veyroux et son fils même passèrent nouvellement sur leurs épaules le petit groupe de sauveteurs, et rentrèrent le coeur content à leur foyer.
(1) Il 25 dicembre 1903, Le Mont-Blanc, avvisava: Enchère pour la pêche. La pêche divisée en trois lots: d’Aymavilles au Pont-Suaz, du Pont-Suaz au Pont de Fénis, et sur le torrent d’Artanave, sera adjugée aux meilleurs offrants. (2) ) L’uomo era giunto ad Aosta, secondo il suo racconto, su invito di un presidente
e di un fondatore di Società. Nell’articolo se la prende con diverse persone: Le Mont-Blanc, 28 ottobre 1910. Forse, in tutto ciò, poteva c’entrava qualcosa anche la festa del 1° maggio patrocinata dai socialisti; Veyroux risultava far parte del Comitato organizzatore. Cfr. Le Mont-Blanc, 15 e 22 aprile di quell’anno. (3) (...) Le reclamer à Aoste, au moulin Secondin. La struttura era, dunque, posta nei pressi dei resti della torre angolare romana sud-orientale. (4) Pierre Loti è lo pseudonimo dello scrittore francese, e membro dell’Académie française, Louis-Marie-Julien Viaud (1850-1923). Tra i suoi romanzi più noti vi è da annoverare Pêcheur d’Islande
(1886). (5) Le Mont-Blanc, 29 maggio 1908.