Quando gli USA volevano assediare la Valle d’Aosta
In Valle d’Aosta i giorni della Liberazione furono concitati.
Gli statunitensi, che arrivarono ad Aosta il 4 maggio 1945, trovarono la zona liberata già il 28 aprile dalle forze partigiane che avevano messo fine al controllo fascista e costretto i tedeschi a lasciare la regione.
L’alta Valle, frattanto, era stata occupata dall’esercito francese; otto compagnie, 1.500 uomini, avevano superato il confine del Piccolo San Bernardo fin dal 27 aprile.(1)
La Francia, infatti e per quanto poi continuò a negarlo, aveva in progetto l’annessione della regione.
I giornali britannici, preoccupati della situazione, furono molto espliciti nel descrivere quanto stava accadendo e relazionarono le tante promesse fatte dai francesi ai valdostani. La propaganda, infatti, aveva promesso l’esenzione pluridecennale dalle tasse, agevolazioni, contributi, viveri (perfino il sale),(2)
infrastrutture e addirittura la realizzazione di un tunnel sotto il Monte Bianco.(3)
In poche parole la propaganda annessionista francese - che faceva perno sulle difficoltà economiche della Valle - s’intensificava di giorno in giorno; comunque sia, promesse a fronte delle quali in due giorni furono raccolte 16.400 firme favorevoli all'organizzazione di una consultazione;(4) infatti, il 18 maggio 1945 circa ventimila valdostani - che rappresentavano la stragrande maggioranza del corpo elettorale - scesero in piazza (da quel momento dedicata a Emile Chanoux) a reclamare un plebiscito per scegliere se restare italiani o diventare francesi.
Gli statunitensi, preoccupati per quanto stava accadendo, intervennero direttamente minacciando l’uso della forza e disperdendo così i manifestanti.
La spinta dei separatisti preoccupava a tal punto gli Alleati che, seguendo alcuni giornali inglesi, le autorità americane sarebbero state pronte a proclamare una sorta di stato d’assedio della Valle.(5)
Il presidente degli Stati Uniti d’America, Harry Truman, fu addirittura costretto il 7 giugno 1945 a inviare un telegramma severo al generale De Gaulle, con il quale gli intimava di ritirarsi immediatamente dai territori occupati,(6)
minacciando anche di interrompere i rifornimenti di carburante alle truppe francesi.(7)
De Gaulle abbandonò, dunque, ogni pretesa sulla Valle d’Aosta. Si giustificò, poi, pensando che in fondo non sarebbe stato opportuno lasciare in Valle un prefetto governativo isolato dal resto della République
per otto mesi all’anno; Ils nous suffirait d’obtenir que Rome en reconût l’autonomie.(8)
Dunque, dopo diverse settimane di occupazione le truppe francesi abbandonarono le zone italiane occupate, lasciando a quelle anglo-americane i compiti di presidio.
In Francia qualcuno storse il naso. Il giornale francese Combat
del 13 giugno 1945, per esempio, dichiarò che l’AMGOT (cioè l’Amministrazione militare alleata dei territori occupati) aveva la haute main sur l’administration du pays
e che l’AFHQ (lo Stato Maggiore delle Forze Alleate) aveva tracciato una linea di demarcazione
che inglobava quasi tutta la Valle d’Aosta, limite che non poteva essere oltrepassato senza un’autorizzazione speciale dell’Alto Comando inglese. Quel periodico, forse, non sapeva che quel divieto era stato imposto proprio per evitare che i francesi continuassero la loro avanzata finalizzata ad annettere la Valle.
Non a caso, il
Manchester Evening News
del 15 maggio 1945 scrisse: “Le truppe francesi hanno marciato in Valle d’Aosta. In termini puramente militari questa mossa non ha, forse, oltrepassato la chiara linea di demarcazione, poiché l’intera questione delle zone di occupazione francese in Germania o in Italia non è mai stata completamente risolta, ma il comportamento dei francesi sul posto ha destato il sospetto che intendessero non solo occupare, ma annettere questa parte d’Italia.” E, difatti, il 31 dello stesso mese il medesimo giornale ebbe a scrivere: ”Un appello agli alleati per delineare chiaramente le zone di occupazione in Europa è stato lanciato oggi dai delegati francesi alla Conferenza di San Francisco.(9)
Agli Alleati è stato anche chiesto di riconoscere l’occupazione militare francese della Valle d’Aosta, nelle Alpi italiane. Si tratta - hanno dichiarato, - di una “necessità militare.”
Comunque sia, frammezzo a queste incomprensioni e ad altre tensioni politiche, il 7 settembre 1945 il futuro re d’Italia, Umberto II, riconobbe la circoscrizione autonoma della Valle d’Aosta, amministrazione che fu restituita dall’AMGOT alla piena sovranità italiana a partire dal 1° gennaio 1946.
Il complesso e tortuoso percorso incentrato sulla previsione di un regime di autonomia da dare alla regione, avviato da tempo tra la Valle d’Aosta e lo Stato italiano, si concluse finalmente con la neonata Repubblica Italiana. Quest’ultima, infatti, il 26 febbraio 1948 elevò il territorio a regione autonoma dotata di uno Statuto speciale
(legge di rango costituzionale).
(1) Dal 6 aprile erano stati autorizzati dagli Alleati a varcare i confini per un massimo di 20 km. (2) They distributed food, including much needed salt: Newcastle Journal, 13 agosto 1945 (3) Belfast Telegraph, 7 giugno 1945; Daily Telegraph e Morning Post. (4)
La Liberté, 8 giugno 1945. (5) Belfast Telegraph, 7 giugno 1945. (6) Le Monde, 11 giugno 1945. (7) Corriere della Sera, 12 maggio 2015. (8) C. De Gaulle, Mémoires de guerre. (9) Dal 25 aprile al 26 giugno 1945 si svolse a San Francisco (Stati Uniti d’America) la Conferenza delle Nazioni Unite per l’Organizzazione Internazionale che coinvolse i delegati di 50 nazioni Alleate.