Parte ultima di due... (continuazione e fine)
Quella strana luce nel cielo...
... dal vicino campanile del collegio Saint-Bénin. Da lassù partiva un fascio luminoso che rischiarava gli edifici come un sole. Il mistero era finalmente svelato.
Erano terminati, così, i timori, le superstizioni e i presunti avvertimenti celesti che avrebbero profetizzato chissà quale catastrofe imminente.
Si trattava, infatti, di uno scherzo: un tour burlesque, une fumisterie, una beffa giocata da don Chrysostome Vuillermin (1805-1879), professore di fisica presso il collegio. Con l’ausilio di una lampada di Davy e con l’aiuto di un particolare specchio parabolico, l’uomo aveva creato quell’effetto che aveva portato sconcerto e scompiglio. La cosa provocò, malgrado tutto, ilarità. L’avvocato Christillin, per esempio, esclamò di aver avuto ragione quando alla brasserie
aveva detto che non poteva essere stato il fuoco, ma al massimo una meteora o qualcosa di simile; al ché Bal gli rispose: “Sì, ma la tua meteora è di quelle che si fabbricano nel laboratorio del collegio”.
Pare che una settimana dopo Gallesio e Vuillermin s’incontrarono. “L’avete combinata bella” gli disse il farmacista.
A refaire, mon beau Nicolas, disse il religioso. Ma - un po’ come accade nella favola “Al lupo! Al lupo!!” - gli fu risposto:
Pour cela, je vous en réponds, vous nous rattraperez plus. Senza rancore, dunque, si strinsero la mano e si salutarono.
Storia vera, inventata o adattata che fosse, le cronache non riportano nulla del genere accaduto in quegli anni Settanta.
Viene voglia di capire di più; ... e, allora, procediamo con ordine.
Innanzitutto, ciò che è certo è che la storia fu scritta dallo scrittore Tancredi Tibaldi (1851-1916).
Nel 1913, infatti, il racconto fu riportato tale e quale dal periodico
La Vallée d’Aoste à l’étranger
e, questa volta, nel numero apparso il 15 dicembre la storia era firmata non più da
Ignotus, bensì da Tancredi Tibaldi. Oramai erano passati dieci anni dalla pubblicazione di quella storia e quasi 40 da quando si sarebbero svolti i fatti.
Ma quali fatti esattamente? Si tratterebbe di un fatto vero - ma che non fu oggetto di cronaca - oppure ci troviamo di fronte a diverse analogie servite poi per confezionare un racconto inventato o per farcirne uno verosimile, rimasto appunto solo nella tradizione? Insomma, eventi ispiratori o...?
Ebbene, con il beneficio d’inventario, ne riporto qualcuno, scovato qua e là, a solo titolo di riflessione, lasciando al lettore eventuali deduzioni; semmai, beninteso, ve ne siano da fare...
Ma, procediamo nell'"indagine"...
Tra il 6 e il 7 luglio 1873 si sviluppò un incendio a Pléod presso cui accorsero i soldati e dove il coraggioso sergente dei bersaglieri, Galvandre Germanetti di Borgofranco cadde da grande altezza mettendo a rischio la sua stessa vita(1) e per il quale fu suggerita una ricompensa per premiare la sua abnegazione.
Altra cronaca. Nella mattinata di domenica 12 luglio 1874 scoppiò un incendio ad Arpuilles. Quasi tutti gli abitanti si trovavano a Messa a Saint-Etienne di Aosta, tranne quattro vecchie inferme restate a casa. Le fiamme si vedevano dalla città e i pompieri, gli alpini, i carabinieri e tanta gente del circondario (Aosta, Gignod, Excenex...) raggiunsero subito il paese. Grazie alla direzione del luogotenente Jolibois il tutto fu circoscritto, ma i danni furono comunque ingenti.(2)
Altro. L’assessore Defey - delegato ai servizi anticendio - fu criticato pubblicamente da un abitante di Arpuilles poiché se promenait à Aoste
al posto di rendersi utile come tanti;(3) accanto a quella notizia, un’altra: una cometa, molto ben visibile et on dit qu’elle deviendra encore plus brillante, si poteva vedere da Aosta guardando in direzione di Gignod e Doues; il 22 luglio avrebbe raggiunto il suo massimo.
Proseguiamo.
Domenica 6 dicembre Tibaldi partecipò alla festa di Santa Barbara e tenne un intervento durante il banchetto; tra gli interventi il farmacista Gallesio (assessore delegato ai servizi antincendio) e il sergente dei pompieri Rivaz.(4)
Infine. La sera del 13 aprile 1875, non si sa come, si sviluppò un incendio presso un
hameau
spopolato poco sopra Excenex. Da Aosta in molti partirono per spegnere le fiamme. Le forze d’intervento arrivarono sia ad Excenex, sia ad Arpuilles. Allo stupore degli abitanti della zona che non riuscivano a capire cosa stesse succedendo, si aggiunse quello dei soccorsi che si resero conto che si trattava di un fuoco di paglia che era durato dieci minuti e che aveva prodotto solo tanto fumo. Il tutto, dunque, si era spento presto, ma coloro che stavano arrivando in loco - a causa della morfologia della collina - non potevano rendersi conto del vero stato dei fatti.
Un incendie... pour rire, titolava L’Echo du Val d’Aoste
del 16 aprile 1875.
Ho deciso, a questo punto, di non indagare oltre se trattasi di verità o di fantasia...
(1) Feuille d’Aoste, 9 luglio 1873. (2) Feuille d’Aoste, 15 luglio 1874. (3) L’Echo du Val d’Aoste, 24 luglio 1874. (4) L’Echo du Val d’Aoste, 11 dicembre 1874.