Un modo come un altro per raccontare ai più piccoli una storia e una tradizione
Sant’Orso: una persona fiera che portava il nome di una fiera e che ha dato il nome ad una fiera.Tanto, anzi tantissimo tempo fa, quando le macchine, i telefonini e persino i gelati non erano ancora stati inventati e i nonni dei nonni non erano nemmeno nati, in mezzo alle più alte montagne d’Europa viveva un uomo dalla barba lunga e rossa.
Si chiamava Orso. Sì, Orso! Ma, a differenza dell’animale grande e grosso, lui non faceva paura; anzi, era un uomo buono, gentile, simpatico a tutti e amante degli animali.
Orso viveva ad Aosta, una città dove da giovane faceva il calzolaio, occupandosi di realizzare e riparare scarpe.
Un bel giorno, tuttavia, decise di diventare sacerdote e il vescovo (cioè il capo di tutti i religiosi della regione), lo inviò in una splendida chiesa della città.
Siccome Orso coltivava da sé quello che mangiava, e il suo orto dava tanti e buoni frutti, egli regalava molti dei suoi prodotti ai più poveri, ma anche agli animali, affinché questi non andassero a rovinargli il raccolto; per questa ragione, oggi Orso è sempre rappresentato con un uccellino sulla spalla.
Il suo buon carattere gli fece compiere tanti miracoli.
Come sarebbe a dire, “cos’è un miracolo?” Beh... questo te lo spiegherà chi accanto a te sta leggendo questa storia...
Insomma, per esempio, riuscì a far sgorgare una fonte d’acqua fresca dalla collina di Aosta, territorio che allora era secco e con pochi alberi.
Essendo di buon carattere e molto intelligente, tutti lo ascoltavano e lo cercavano per qualche buon consiglio.
Un giorno, infatti, un servitore del vescovo passò davanti alla chiesa di Orso.
Cavalcava un bel cavallo e ne tirava dietro di sé alcuni altri. Ma il ragazzo era molto triste.
Che ti succede? Chiese, preoccupato, Orso. Lasciami stare buon uomo, rispose il giovane. Ho perso il cavallo preferito dal vescovo e non appena rientrerò, lui se ne accorgerà e mi punirà... Puoi aiutarmi a cercarlo?
Orso lo osservò bene e gli disse: Certo! Scendi da cavallo ed entra con me in chiesa a pregare.
Quando uscirono, Orso invitò il ragazzo a contare nuovamente i cavalli.
Il conto questa volta era giusto, poiché il giovane si era accorto di non aver contato il cavallo che montava... e che, dunque, credeva di aver perso....
Orso non era solo un uomo di fede, ma anche un abile artigiano. Ogni anno, davanti alla sua chiesa, regalava sai poveri scarpe fatte di legno.
Forse le conosci anche tu queste particolari calzature!? Si chiamano sabots
e sono tipiche della Valle d’Aosta: si tratta di bellissimi zoccoli in legno.
Allora? Li hai mai visti?
Chissà, forse sarà nata anche da questa tradizione la famosa Foire de Saint-Ours, la Fiera di Sant’Orso?
Uff!! Non dirmi che non la conosci...
Ogni anno, ad Aosta, il 30 e il 31 gennaio - da più di mille anni - si svolge lungo le vie del centro città la “Fiera di Sant’Orso”.
...
Eh, già! Dopo essere morto Orso fu dichiarato santo in ricordo della sua bontà e diventò molto famoso.
Ora ti starai chiedendo cosa succede durante la Fiera.
Ebbene, tanti artisti espongono i loro bellissimi oggetti fatti soprattutto in legno (sculture, fiori, giocattoli, oggetti per la casa, ecc.) e un grandissimo numero di persone arriva in città da tutto il mondo per curiosare e per sentir raccontare la storia del buon Orso di Aosta.
In Valle d’Aosta esiste un detto che viene ricordato proprio durante i giorni della Fiera: Se feit cllier lo dzor de sèn-t-Or, l’or baille lo tor et dor euncò pe quarenta dzor: “Se a Sant’Orso (1º febbraio) il clima è sereno, l’orso gira il pagliericcio (letto) per farlo asciugare e torna a dormire ancora per 40 giorni”; che starebbe a significare una primavera ritardata.
Nell'immagine: Sant'Orso, scultura in legno di noce realizzata da mio nonno Serafino Nicolotti (1913-1996).