Scherza con i fanti e lascia stare i santi
Che un tempo in Valle d’Aosta si svolgessero numerose processioni è un dato di fatto che emerge in maniera evidente dalle cronache del passato.
Tutto ciò non deve stupire, poiché si trattava di un fatto piuttosto normale in una terra dalla forte tradizione cattolica. Basti pensare, ad esempio, che ancora oggi il suono delle campane dell’Angelus di mezzodì è anticipato alle 11.30: una tradizione che ricorderebbe la cacciata dei protestanti avvenuta mezzo millennio fa.
In passato, però, qualcuno bolliva di fronte a tanta religiosità e la criticava.
Citandone solo uno, si potrebbe per esempio segnalare il signor Taxile Delord (1815-1877).(1)
Redattore capo di un giornale satirico francese, nel 1854 volle schernire tanta devozione e pubblicò alcune pungenti considerazioni contro il forte cattolicesimo dei valdostani:(2)
“Da tempo immemore, la Valle d’Aosta celebra tutti i suoi santi e tutte le feste del calendario. Essa sospende ogni attività in occasione della Pasqua, della ricorrenza della Trinità, dell’Annunciazione, della Purificazione, della Quasimodo
(domenica in albis), della domenica Laetare
(quarta domenica di Quaresima), della Oculi, per san Gallo, per sant’Edmondo, per sant’Aniano, per san Maglorio, per san Pancrazio, per san Mellone, per san Turiaf, per san Aubierge, ecc. Il potere civile, incitato dai giuseppinisti,(3)
ha voluto immischiarsi in tali manifestazioni e ridurle, come accaduto in Francia, a un numero ristretto e preciso. A quel punto, però, la Valle d’Aosta si è sollevata come un sol uomo. Bambini, donne, anziani, giovani, tutti sono accorsi alle armi e si sono diretti verso Aosta al grido ripetuto mille volte di A bas les joséphistes! plus de statut! rétablissement des fêtes!“
Queste, dunque, le parole del giornalista francese che aveva titolato il suo articolo così: Le sunderbund piémontais.(4)
Con il suo articolo, Delord stava trattando alcuni fatti legati allo scoppio della Terza Révolution des socques, una sollevazione popolare, scatenata tra il 26 e il 28 dicembre 1853 da centinaia di insurrezionisti valdostani che si ribellarono all’imposizione, voluta dal Governo Cavour, di alcune tasse e alle riforme indirizzate a rendere più laico e più moderno lo Stato sabaudo.
La loro protesta e le loro condizioni, però, non furono accolte e tutto fu soffocato dalle forze dell’ordine che arrestarono oltre 500 rivoltosi.
Delord, con il suo solito tono ironico, scrisse: Les dernières nouvelles que nous recevons du Piémont annoncent que ces conditions n’ont point été acceptées et que les fidèles de la vallée d’Aoste, ayant eu recours aux armes, n’ont pas été les plus forts. Que la volonté de Dieu soit faite!
Non ha mai spiegato, però, il sarcastico Delord, cosa c’entrassero tutti quei santi con la Valle d’Aosta, mentre nessuna parola, ad esempio, sull’importante processione di San Grato, patrono della città e della Diocesi valdostana, o di Sant’Orso, ricordato con una millenaria fiera dell’artigianato tipico.
Ma si sa, le regole della satira pungente seguono in parte l’informazione, in parte l’ironia, e per intrecciarle, un po’ di sprezzante fantasia...
A titolo informativo, è importante notare che quasi tutte le processioni di Aosta furono abolite solo circa un secolo dopo quei fatti.
Immagine di copertina: la cassa reliquiaria di San Grato esposta nella cattedrale di Aosta.
(1) Taxile Delord fu un giornalista, critico e scrittore francese. Tra il 1848 e il 1858 collaborò soprattutto con Le Charivari (1848-58). Fu anche deputato all’Assemblea nazionale (1871-1876). (2) Le Charivari, 6 gennaio 1854. (3) Il giuseppinismo si riferisce alla politica di Giuseppe II d’Asburgo-Lorena che, a fine Settecento, agiva per ridurre l’autorità della Chiesa cattolica nella Monarchia asburgica del Sacro Romano Impero. (4) Il Sonderbund (lega separata) fu una coalizione secessionista formata in Svizzera nel 1845 da otto cantoni di orientamento cattolico e conservatore. Questa unione era volta a proteggere i loro interessi di fronte ai progetti di concentrazione del potere attuati dalla Confederazione svizzera e dai cantoni di orientamento radicale e liberale. La conflittualità che ne derivò culminò nella Guerra del Sonderbund.