Statuto Speciale come strumento, non come fine
Ogni anno celebriamo lo Statuto Speciale della Valle d’Aosta, documento che fu approvato dal Parlamento italiano con legge costituzionale del 26 febbraio 1948.
Vale la pena, però, ricordare anche che all’epoca tanti politici nazionali non erano per niente favorevoli all’autonomia speciale concessa ad alcune regioni.
A tale proposito, l’onorevole valdostano Giulio Bordon (1888-1965)(1)
ebbe modo di raccontare che fin dalle prime discussioni dell’Assemblea Costituente molti colleghi si dichiararono per l’appunto contro i regimi speciali.
Tra i più eminenti, vi furono gli onorevoli Francesco Saverio Nitti (1868-1953) e Luigi Einaudi (1874-1961), entrambe personalità di indiscutibile valore e prestigio, ma che hanno al loro seguito un gruppo ristretto di seguaci.(2)
Per quanto riguardava il primo, Bordon dichiarò che era sua intenzione di controbatterne le argomentazioni antiautonomistiche, ma di non averlo potuto fare poiché l’onorevole Umberto Terracini (1895-1983), Presidente della Costituente, non ha ritenuto opportuno, per ragioni procedurali, di autorizzarlo a prendere la parola. Quest’ultimo, tempo dopo, in merito alle specialità sudtirolesi e valdostane arrivò addirittura a dichiarare che esse non avevano precedenti storici, né tradizione
e che sarebbero state concesse solo a causa delle tendenze separatistiche e indipendentistiche di tali zone.(3)
Bordon aggiunse, infatti, che l’ordinamento regionale è stato osteggiato non soltanto da parlamentari, ma anche da taluni giornalisti, i quali hanno sostenuto su vari giornali che l’autonomia infrangerebbe l’unità nazionale.(4) Ragionamenti che, purtroppo, si sentono fare ancora oggi da alcuni commentatori.
Il principio e la capacità all’autogoverno in Valle d’Aosta, invece, sono questioni molto antiche.
Infatti, temi quali l’autonomia, l’autogoverno, il federalismo, il ruolo dei Comuni, la provincia di Aosta (non più esistente dal 1945) a perfino le funzioni prefettizie (dato che in Valle d’Aosta la figura del prefetto non esiste), hanno radici così lontane nel tempo che dovrebbero farci capire come l’attuale Statuto Speciale sia stato una conquista lunga (l’ultima in ordine cronologico) e faticosa e non un privilegio; tra l’altro non risponde nemmeno appieno alle richieste valdostane di allora.
Oggigiorno questo patrimonio ideale rischia di andare perduto. Infatti, il pericolo è che si fiacchi la spinta che richiamerebbe i valdostani ad essere presenti a loro stessi e che sparisca il continuare a perpetuare la ricchezza di quel pensiero e di quell’azione di chi - a sua volta forte del passato - ha teorizzato e combattuto per dare (o continuare a dare) alla Valle d’Aosta una qualche forma di autogoverno.
E’ il caso, per citare uno dei tanti esempi, di César-Emmanuel Grappein (Cogne, 1772-1855), che nel 1848 - proprio cento anni prima dello Statuto Speciale - approntò un “Codice amministrativo per la Valle d’Aosta”; l’anno successivo fu poi la volta delle Lois organiques d’une nouvelle administration plus locale, plus indépendante et convenable pour les communes de la Vallée d’Aoste
insieme a uno statuto composto da 26 articoli sull’organizzazione comunale.
Il faut ressusciter l’esprit de localité contre l’esprit de centralité, sosteneva allora Grappein; e il suo pensiero, come anticipato, non fu altro che il trait-d’union
tra quello che precedette le sue teorie e quello che sarebbe maturato successivamente.
In conclusione, dunque, lo Statuto è un documento fondamentale per amministrare in autonomia la nostra comunità: un mezzo, però, uno strumento e non un fine.
Per lo stesso motivo, un po’ come a voler chiudere un cerchio, l’identità valdostana non può essere interpretata con il solo autonomismo statutario il quale - come ribadito - è un modo per sostentare amministrativamente l’animo proprio di questa terra e non necessariamente per perpetuarne l’essenza.
L’autonomia è una libertà e come tale appartiene a tutti.
Invece, sembra una principessa imprigionata nel palazzo… regionale.
Immagine di copertina: L'Indipendente, 18 febbraio 1948.
(1) Fu eletto deputato all’Assemblea Costituente per il Fronte Democratico Progressista Repubblicano. (2) Dal verbale del Consiglio Valle del 3 aprile 1947;
oggetto: n. 69/47, Progetto di Statuto Speciale per la Regione “Valle d’Aosta”. Discussioni varie. (3)
Le Pays d’Aoste, 20 marzo 1948. (4) (...)
inoltre, che i partiti di sinistra, più che contro l’autonomia di alcune regioni, si sono pronunciati contro l’estensione dell’autonomia a tutte le Regioni.