Quando non esisteva ancora la Biblioteca regionale di Aosta
Una, nessuna, tante biblioteche
Le cronache del passato hanno raccontato più e più volte la necessità di creare una biblioteca pubblica ad Aosta.
Fin dal 1830 esisteva qualcosa di simile presso il Collège Saint-Bénin, ma si trattava di un servizio riservato più che altro all’istituto. I Gesuiti, che a partire dal 1834 assunsero la direzione della scuola, imposero un abbonamento annuale per il prestito e, grazie a quei fondi raccolti, riuscirono a implementare il tutto e a mettere in piedi une bibliothèque qui était assez bien fournie. L’iniziativa era lodevole, ma ancora insufficiente per i bisogni della città.
Nel 1843, infatti, il canonico Félix Orsières (1803-1870) suggerì di trovare degli spazi idonei presso il Municipio (da poco costruito) per fondare una vera e propria biblioteca pubblica.(1)
Ma nulla fu fatto e quello del Collège
restò l’unico baluardo bibliotecario in città.
Nel 1848, poi, lo Stato avocò a sé l’istruzione pubblica e i Gesuiti dovettero lasciare i locali: la biblioteca fu presa d’assalto e in un solo giorno il patrimonio fu disperso dagli studenti stessi. Per fortuna, qualche volume fu recuperato e, in occasione della riapertura dei corsi, il servizio di prestito e di lettura fu in qualche modo riattivato.
Il tempo trascorreva e - come lamentava nel 1855 il professor Jean-Oyen Mellé (1821-1896) - nessuno si era ancora attivato per l’istituzione di una biblioteca civica.(2)
Nel 1868 il Ministro dell’Istruzione pubblica offrì al Municipio di Aosta il patrimonio librario delle biblioteche dei conventi dei Cappuccini di Châtillon e di Morgex, mais le gouvernement n’a souvent des entrailles de père que lorsque sa main tombe sur les dépouilles d’autrui(3)
e la proposta restò tale.
Nel 1872 finalmente qualcosa si mosse.
L’Association Valdôtaine, infatti, alle 13 alle del 25 febbraio di quell’anno spalancò i battenti ad una biblioteca aperta a tutti. Si trovava nei pressi della Cattedrale, al primo piano della casa di Joseph-Auguste Duc (1835-1922), allora Vicario Generale della diocesi, ma che pochi mesi dopo fu nominato vescovo di Aosta.
La biblioteca - dotata di un vero e proprio regolamento(4)
- poteva inizialmente contare su di un patrimonio composto da 71 titoli;(5)
era aperta di domenica e il prezzo dell’abbonamento era stato fissato in 5 centesimi a volume.
Nel 1878, a far da contraltare a quella iniziativa tutta cattolica, fu attivata da un gruppo di studenti la Bibliothèque populaire
che poteva contare sul sostegno economico di alcuni cittadini, tra cui la famiglia Farinet: il celebre Alphonse ne fu il primo presidente; gli successe poi l’avvocato Duc.
L’iniziativa, però, fu osteggiata dal mondo cattolico che - benché intenzionato a proporre una qualche collaborazione tra le due biblioteche esistenti - voleva imporre la censura su una serie di libri impies et immoraux
condannati dalla Chiesa.(6)
Indubbio il rifiuto di quei giovani intraprendenti. Le cose andarono avanti comunque, ma presto si arenarono e non solo a causa di una cattiva gestione, ma anche perché quegli studenti erano impegnati dai loro obblighi universitari fuori Valle.
Fu così che, fin dal 1879, quel patrimonio librario fu traslocato presso la biblioteca del Collège, quindi non a tutti accessibile. Nel 1884, infatti, in molti si chiedevano che fine avesse fatto la Bibliothèque populaire
e la questione diventò oggetto sia di dibattito sui giornali, sia di discussione in Consiglio comunale che, forse, avrebbe voluto impossessarsene.
In mezzo a tanta confusione, qualcuno auspicava anche che una biblioteca trovasse finalmente spazio presso il Convitto Nazionale e potesse vantare un destino migliore rispetto “ad una certa biblioteca popolare che, con Metastasio, si potrebbe dire “Che vi sia, ciascun lo dice. Dove sia nessun lo sa...”.(7)
Ma, come sempre, nulla si mosse.
Nel 1896, invece, grazie a persone de bonne volonté, sorse un’altra iniziativa: la Bibliothèque Sociale Valdôtaine, presieduta dal signor Basilio Fantone e che tra i fondatori vedeva anche il sottoprefetto di Aosta Felice Sperta. La sede della biblioteca si trovava lungo l’attuale avenue du Conseil des Commis presso i locali un tempo occupati dalla redazione del giornale Le Mont-Blanc: il servizio era aperto dalle 13.30 alle 15 del giovedì e della domenica e di tutti i giorni di festa.(8)
Malgrado tutti questi sforzi, continuava a mancare una vera e proprio biblioteca civica; nel 1914 qualcuno la inserì nel proprio programma elettorale (Création définitive d’une bibliothèque populaire)(9)... e ancora nel 1920... e...(10)
Insomma, nel 1923 la questione era ancora segnalata come un’esigenza importante: une lacune à combler chez nous. In città, infatti, in quel periodo non esistevano che due biblioteche, private e religiose: una riservata alle donne cattoliche, l’altra era quella fondata nel 1872 da monsignor Duc, poi spostata nel rez-de-chaussée
del palazzo vescovile;(11)
nel 1933 fu data in gestione all’Association des Dames Catholiques.(12)
In quello stesso anno, l’amministrazione fascista aveva messo allo studio una biblioteca provinciale.(13)
Solo nel 1951 - grazie anche all’impegno di Jules Brocherel (1871-1954) che si spese per far sì che l’amministrazione pubblica migliorasse la struttura bibliotecaria esistente - nacque l’attuale Biblioteca Regionale, la cui sede attuale fu aperta al pubblico il 2 settembre 1996.
Dal 2011 è intitolata a Bruno Salvadori (1942-1980).
(1) Feuille d’Annonces d’Aoste, 15 marzo 1843; sull’argomento ci tornò ancora dieci anni dopo: Le Constitutionnel Valdôtain, 22 dicembre 1853. (2) Feuille d’Aoste, 15 novembre 1855. (3) La Vallée d’Aoste, 21 luglio 1923. (4) L’Indépendant, 7 marzo 1872. (5) L’Indépendant, 21 marzo 1872. (6) Feuille d’Aoste, 11 settembre 1878. (7) Le Patriote, 3 agosto 1883. (8) Le Mont-Blanc, 25 dicembre 1896. (9) Le Duché d’Aoste, 3 giugno 1914. (10) La Doire, 8 ottobre 1920. (11) La Vallée d’Aoste, 21 luglio 1923. (12) La revue diocesaine d’Aoste, 15 novembre 1933. (13) La Provincia di Aosta, 20 luglio 1933.