Agli albori del turismo ai piedi del Gran Paradiso
A Cogne, dallo spavento, le mosche si suicidavano nei...
Fin dalla prima metà dell’Ottocento, a Cogne esisteva una locanda che trovava spazio presso l’attuale sede delle “Dentellières”. Si trattava di una vecchia taverna/caffé che, pur essendo la prima locanda del principale villaggio di quel comune,(1) fece sollevare più di una protesta per le sue pessime condizioni igieniche. William Brockedon (1787-1854), grande viaggiatore inglese, nel 1833 l’aveva bollata come una delle più sudice tane
ch’egli avesse mai frequentato: in terra marcivano da mezzo secolo croste di formaggio e foglie di cipolle, le coperte, poi, risultavano essere
nere di sporcizia e di pulci
(...).
Finalmente, nel 1864 veniva aperto a Cogne il primo vero albergo della vallata. Si trattava dell’Auberge de la Grivola, nome che, grazie alla omonima e celebre punta, non poteva che essere il più appropriato. La pubblicità di questa struttura apparve sul giornale Feuille d’Aoste
nell’edizione del 31 maggio 1864. Il settimanale presentava sia un breve articolo in cronaca, sia una vera e propria inserzione pubblicitaria; l’albergo - che si trovava all’ingresso del paese - era allora gestito dalla signora Rose Cognein.
Il foglio spiegava che l’apertura dell’hôtel si era resa necessaria a causa del crescente arrivo di escursionisti indirizzati proprio sulla vetta della Grivola (3.969 m), anche se il Gran Paradiso (4.061 m) era già diventato celeberrimo; nel 1880 alcuni turisti notavano che si raggiungeva Cogne
pour l’ascension de la Grivola, qui demande des jarrets solides, une tête libre et un bon guide.(2)
L’articolo precisava, inoltre, che l’albergo non avrebbe potuto offrire il medesimo lusso che si poteva riscontrare negli alberghi di Courmayeur (allora già all’avanguardia in Valle d’Aosta), ma che i turisti avrebbero avuto, comunque, assicurata un’adeguata igiene, la modicità dei prezzi e, soprattutto, l’offerta di alcuni diversi servizi: gli ospiti potevano usufruire di una buona scuderia per le cavalcature, di guide, di portatori e di muli per visitare sia le miniere di magnetite, sia le molteplici cime del circondario.
In pochi anni l’offerta turistica di Cogne migliorò notevolemente, non solamente per il raddoppio delle strutture ricettive - venne, infatti, aperto un secondo albergo: l’
Hôtel Royal
-, ma perché i turisti segnalavano un netto miglioramento sia nell’estetica, sia nell’offerta. Gli ospiti, oltre a notare che i due alberghi risultavano
propres et desservis par d’aimables hôtes(3) si erano anche accorti che da qualche anno questi si erano dotati di regolare insegna... Si trattava di
deux enseignes en demi lune portant l’une: “Hôtel Royal” et l’autre “Hôtel de la Grivola”.(4) I viaggiatori si fermavano a descrivere, addirittura, le piccole - spesso insignificanti, ma senza dubbio apprezzabili - migliorie che di anno in anno si aggiungevano. Una donna, infatti, fu felice nel notare come la piccola sala da pranzo dell’
Hôtel Royal
fosse accuratamente addobbata da mazzi di bei fiori...(5)
Gli inglesi, benché i prezzi dell’
Hôtel Royal
(allora diretto dal sig. Victor Guichardaz) fossero leggermente più modesti, preferivano il
Grivola
che offriva delle graziose camerette in legno.(6)
Con gli anni l’albergo
Grivola
sarà reso celebre dal libro “Cogne” di Piero Giacosa, edito ad Ivrea nel 1925. In quegli anni la gestione dell’albergo era passata nelle mani della
signorina Scavardaz
che (a detta dello storico piemontese)
nel suo zelo - puramente oratorio - per la pulizia, incuteva tale spavento alle mosche da deciderle a suicidarsi nei piatti di cucina.(7) La donna poi, i cui sonni venivano turbati dalla concorrenza del confinante
Hôtel Royal, era
famosa per un piatto dolce che ammanniva con speciale preferenza, benchè gli avventori non fossero tutti del suo parere circa la squisitezza del manicaretto; esso compariva nella nota sotto il nome affascinante di “oeufs à la neige”.(8)
Con il tempo l’albergo venne migliorato ed ampliato, poiché alla sala da pranzo ed alle poche camere da letto furono aggiunti nuovi locali prospicienti il Municipio: La locanda era abbastanza pulita e in complesso buona; i proprietari facevano del loro meglio, e hanno continuato nella loro tradizione di onestà e di semplicità.(9)
Nel tempo si sono aggiunte molte altre strutture ricettive, e ciò fino all'attuale eccellente offerta che fa di Cogne una perla turistica delle Alpi.
(1) P. Malvezzi, Viaggiatori inglesi in Valle d'Aosta, p. 103. (2) D. Vallino, Dans la Vallée d'Aoste. Album d'un alpiniste. Juillet 1880, p. 33. (3) Ibidem, p. 15. (4) P.-L. Vescoz, Notices topographiques et historiques sur la Vallée de Cogne, in P. Malvezzi, Le Val de Cogne, p. 21. (5) D. Vallino, op. cit., p. 12. (6) Ibidem, p. 30. (7) P. Giacosa, Cogne, pp. 214-215. (8) Ibidem, p. 346. (9) Ibidem, p. 346.
* brani tratti dal mio libro Le Montagne di Cogne. Alle origini del turismo tra il XIX e il XX secolo
(2002).