Una visita dal Sud America...
Aosta: pentole di garofani, acqua razionata, francese e...
Collaboratore come giornalista indipendente del periodico argentino
Caras y Caretas, il dottor A. Vaccari ha lasciato una serie di precise osservazioni nate durante un viaggio che nel 1925 lo portò in Valle d’Aosta.
Dalla sua gustosa relazione -
Un día en Aosta
- pubblicata sul foglio di Buenos Aires il 19 settembre di quell’anno e che traduciamo dallo spagnolo, si colgono effettivamente tante piccole chicche su Aosta, quasi fotografie di un tempo; articolo poi anche guarnito con qualche considerazione quasi futuribile.
Ecco alcune piccole considerazioni, piuttosto interessanti, che fanno capire come il giornalista sudamericano abbia colto immediatamente alcuni aspetti della città. Spunti di riflessione, i suoi, su comportamenti nostrani, situazioni e tradizioni che, tutto sommato, rimangono le stesse di oggi.
"La grandiosità degli stabilimenti produttivi situati all’ingresso di Aosta,(1) in un certo senso sembrano contribuire a rendere la città più piccola di quel che realmente è. In effetti, Aosta non ha alcuna pretesa di città. La sua importanza deriva dalla situazione topografica, già sfruttata dai romani che vi lasciarono monumenti che si sono conservati, poi dai signori del Medioevo e oggi dagli industriali - meno poetici ma più propositivi - che hanno organizzato uno sfruttamento delle immense ricchezze di cui la Valle d’Aosta dispone.
In un paio d’ore si può visitare la città da un capo all’altro. Le sue strade sono caratterizzate da canali, che ricordano le
acequias
di Mendoza (Argentina) e i balconi sono carichi di pentole, dove i garofani fanno del loro meglio per rallegrare le anguste strade che, nonostante l’abbondanza di acqua, faticano a mantenere uno stato presentabile.
E’ la prima volta che mi capita in Italia, di trovare un ordine restrittivo in merito all’uso dell’acqua. Sopra il lavandino della mia stanza d’hotel, considerato il migliore di Aosta, ho trovato scritto: "
L’acqua è potabile. Il suo uso è limitato a 50 litri al giorno per persona. Quindi, eccedendo tale quantità non c’è più acqua". L’avviso è scritto in italiano.
Raro!
Strano, perché ad Aosta si ha l’impressione di essere arrivati in Francia. Strade e piazze portano nomi francesi. Nella piazza principale, sopra il palazzo municipale si legge: "
Hôtel de Ville". A sinistra di questo, c’è un altro palazzetto, più basso, su cui si legge: "
Palais de Justice"... Poi, c’è il monumento ai soldati caduti nell’ultima guerra che offre un’epigrafe la quale recita: "
A la gloire du soldat Valdôtain"... Molti edifici vietano l’affissione di manifesti: "
Defense d’afficher”... Il Comune espone su bacheche "
Les Publications Comunales". Il Club Alpino Italiano scrive sopra la porta d’entrata della sua sede: "
Club Alpin Italien. Entrée libre aux touristes"."
Insomma, gli mancava qualche informazione storica che l'avrebbe aiutato a capire come nel 1536 - ossia tre anni prima della Francia stessa - il francese fu scelto dai valdostani come lingua ufficiale al posto del latino; ma questa è un'altra storia...
La cronaca del giornalista argentino continua arricchita da tante altre notizie. Tra queste vale la pena ricordare quelle che seguono, farcite da alcune sue riflessioni.
(...) "La cattedrale di Aosta, nel suo tesoro, ha una meraviglia. Ha un busto d’argento di San Giovanni Battista. La meraviglia non consiste nel busto stesso, poiché ci sono molte cattedrali in Italia che hanno oggetti simili. La meraviglia risiede nella mascella di San Giovanni Battista, che si conserva intatta e in perfette condizioni nonostante i secoli. Per me, questa reliquia vale più di ogni altra cosa, ed è il caso di essere grati di ... San Grato, cioè il vescovo che la donò ad Aosta e che è sepolto nella cattedrale in una cassa, anch’essa d’argento."
(...) "In via Xavier de Maistre, al numero 10, leggo con stupore quanto segue: "
Maison de monsieur Innocenzo Manzetti, Inventeur du Telephone, 1864". Per la cronaca, nessuna guida parla del signor Manzetti, che ha inventato il delizioso e ormai indispensabile tormento del telefono, viceversa esse dedicano intere pagine ai dettagli di un capitello o della mascella di San Giovanni Battista.(2) Manzetti, almeno, ha lasciato qualcosa in questo mondo che ha contribuito a cambiarlo."
(...) "Con venti lire, in un paio d’ore, un veicolo ti porta dalla piazza di Aosta al Grande o al Piccolo San Bernardo... Altre venti e ti riporta indietro su un percorso memorabile. Non passarà tanto tempo che potremo, comodamente seduti, arrivare fino alla cima del Cervino o del Monte Bianco grazie ad una funicolare; e ciò senza altre emozioni che quelle che possono dare il freddo e la vista dell’abisso, beninteso se vogliamo contemplarlo...
Il mondo si sta evolvendo rapidamente."
(1) Il riferimento è alla acciaieria che la Società Ansaldo aveva costruito nel 1917. (2) Le diverse guide illustrate valdostane erano, ovviamente come oggi, molto dettagliate.