Crimini e revolverate in un’Aosta di fine ‘800
Sotto il titolo “Si torna a respirare”, un giornale di Aosta dava la notizia della conclusione di un’indagine criminale. La questione aveva persino valso ad Achille Anselmi, l’ispettore di polizia che aveva coordinato le ricerche, l’encomio del Ministro degli Interni.
Insomma, era stata conclusa l’operazione che durante il corso di quell’anno, il 1894, aveva cercato di fermare i numerosi crimini che imperversavano sia in città, sia nei suoi dintorni e che erano stati commessi dalla temibile banda Capello & C.
Fu un lavoro, oggi diremmo, di interforze: pattuglie composte da carabinieri e da guardie municipali avevano fino ad allora battuto la città in lungo ed in largo ma, come si suol dire, brancolando nel buio.
La sera del 4 dicembre 1894, però, tutto cambiò quando il sottoprefetto Cesare Scrimaglia - accompagnato dal suo segretario il barone Jules Bollati di Saint-Pierre - stava rincasando. I due uomini si accorsero subito che nel cortile di Palazzo Roncas si era nascosto dietro ad un pilastro un losco figuro. Compresero il pericolo e gli intimarono di farsi riconoscere, ma le risposte evasive fornite dallo strano personaggio non li rassicurarono affatto, anzi; fu così che, mentre Scrimaglia riusciva a raggiungere e poi a trattenere con forza quell’uomo, Bollati corse svelto a chiamare i carabinieri. Nel frattempo, però, il delinquente si divincolò dalla morsa del sottoprefetto e scappò via nella notte.
Furono subito attivate le pattuglie e organizzata la caccia all’uomo. L’appuntato Montaus e il carabiniere Stringotto, che avevano l’ordine di controllare il quadrilatero compreso tra le vie Croce di Città e piazza Chanoux ebbero la meglio nella vicenda. Provenendo dalla piazza, infatti, i due militi decisero di svoltare lungo via Lostan dove colsero in flagranza di reato due ladri della banda proprio mentre stavano forzando il portone di un magazzino. I carabinieri si gettarono subito contro di loro e, nella concitazione della lotta, partì un colpo di pistola che forò il mantello di Montaus sfiorandogli un braccio. Cosicché, mentre uno dei malfattori in mezzo a quel caos riusciva a liberarsi e a scappare verso via De Tillier, l’altro non fu certo da meno; si divincolò e trovò un nascondiglio lungo la via. Quest’ultimo, però, fu raggiunto subito da Strangotto che lo coinvolse in una dura lotta durante la quale, purtroppo, fu colpito alla gamba da una revolverata. A quello sparo, Montaus abbandonò l’inseguimento che aveva intrapreso per riacchiappare l’altro furfante e tornò indietro per soccorrere il collega il quale, malgrado la ferita e la grave perdita di sangue, stava ancora lottando strenuamente contro il deliquente. Fortunatamente, gli spari erano stati uditi anche dal carabiniere Processo e dal vigile Pierre Mustas che, trovandosi nelle vicinanze, accorsero immediatamente sul posto e contribuirono alla cattura; il ladro, infatti, fu
"domato", ammanettato e, infine, condotto in caserma.
Durante l’interrogatorio, l’uomo confessò tutti quegli audaci crimini che, tra i tanti obiettivi, non avevano risparmiato neppure la parrocchia di Saint-Etienne. Comunque sia, l’arrestato svelò anche i nomi di tutti gli altri componenti la banda. Cinque in tutto: i sieurs Capello, deux Graziano père et fils et d’un certain Barrel, tous gens du plus bas étage.(1)
Così, ed in men che non si dica, gli inquirenti riuscirono ad arrestare l'intera banda e a scoprire il magazzino in cui era stata stoccata tutta la refurtiva:
C’était un vrai bazar. Si poteva effettivamente trovare di tutto; anche la perquisizione dei colpevoli portò buoni frutti. Insomma, ci volle l’intera mattina del 5 dicembre per trasferire altrove tutta la refurtiva recuperata
Alla fine dei conti, escluso il ferimento di un carabiniere, fu un’ottima operazione il cui merito andò a tutti i protagonisti che a vario titolo parteciparono alla cattura. Per prima all’Arma dei Regi Carabinieri, sempre pronta, capace e decisiva.
I due sergenti della polizia urbana, Pierre Mustas e Albert Jeantet che aiutarono i carabinieri reali, furono addirittura premiati dal Ministro degli Interni che inviò a ciascuno di loro la somma di 13 lire e 88 centesimi, ... ovviamente dedotti dalla tassa sulla richesse mobile.
C’est un pourboire!
reclamava un giornale.(2)
Già.. veramente un piccolo premio, tenendo conto che allora il burro costava 2,25 lire al kg e il pane intorno ai 30 centesimi...
Comunque sia, tale cattura permise di riabilitare pienamente un uomo qui criait son innocence à travers les murs de la prison
e che per un errore giudiziario era stato giudicato colpevole. Questo fatto supera di per sé ogni più bella conclusione di questa storia, avvenimento che uno dei giornali titolò così: “Una brillante cattura”.(3)
(1) Le Duché d’Aoste, 12 dicembre 1894. (2) Le Duché d’Aoste, 23 gennaio 1895. (3) Le Mont-Blanc, 7 dicembre 1894.