Un fatto quasi miracoloso a Pontaillaud di La ThuileQuesta particolare vicenda ha come protagonisti Louis Jacquemod, suo fratello Joseph e il cugino Laurent. Imprenditore il primo, segretario comunale il secondo e albergatore il terzo. Era il 2 luglio 1900 e quegli uomini - accompagnati da un domestico - avevano deciso di approfittare del fresco notturno per scendere da La Thuile fino ad Aosta. Il loro intento era quello di condurre in città due pesanti mezzi carichi di antracite; uno trainato da tre cavalli, l’altro da due.
La marcia era lenta, a tratti faticosa.
Verso le una di notte, all’altezza di Pontaillaud, improvvisamente uno dei carri di quel piccolo convoglio s’inclinò a causa di una ruota che si era ingolfata nel terreno. In quel punto, infatti, la strada era stata oggetto di alcuni interventi organizzati dal genio militare che, qualche tempo prima, proprio lì aveva testato un pozzetto per mine utile a far saltare la strada in caso di guerra. La terra smossa dai militari aveva creato un tratto fortemente accidentato.
Che fare?
Mentre uno di loro tornò in paese per chiedere rinforzi, il resto della squadra si mise subito all’opera per tentare di sottrarre da quel fosso la ruota del carro. Furono improvvisate, dunque, delle leve per smuovere il mezzo. Louis, si posizionò ai bordi del precipizio, gli altri due più verso l’interno.
Fare leva funzionò. Il carro si mosse, ma fu trainato via bruscamente dagli animali, cosicché l’uomo perse l’equilibrio e fu scalzato in fondo al precipizio. Una caduta di ben cinquanta metri.
Lo sconforto attanagliò gli altri: timori, buio, impotenza; insomma, i compagni di viaggio di Louis fecero di tutto per scendere fino al torrente sottostante per prestargli soccorso. Trovarono lo sventurato solo verso le 4 del mattino: l’uomo era in gravi condizioni, ma malgrado tutto riuscì comunque a risalire fino alla strada con le sue proprie gambe. Fu poi trasportato a La Thuile dove gli furono prestate le prime cure.
Uno dei giornali che riportò la notizia asserì che, considerato ciò che era accaduto, Louis era stato forse aiutato da una speciale protezione del Cielo. La sua guarigione, poi, fu veloce e ciò malgrado le ferite e lo stato generale delle sue condizioni che aveva fatto pensare al peggio. Il giornale
Le Duché d’Aoste
del 25 luglio 1900 annunciava sotto il titolo
Guéri
che -
par un prodige que la science humaine ne saurait expliquer
- il signor Jacquemod aveva ripreso addirittura i suoi affari.
Fu così che l’uomo si era convinto fin da subito di far posizionare nel luogo dell’incidente una statua in onore della Vergine Maria, rappresentazione accompagnata da un’iscrizione che avrebbe ricordato il fatto.(1)
Un anno dopo la stampa, nel ricordare quell’avvenimento, riportò anche la notizia secondo la quale lungo la strada era proprio stato costruito un grazioso oratorio dedicato alla Regina del Cielo.
Il marmo utilizzato per quel piccolo altare - un vrai bijoux
- era stato lavorato dall’apprezzato artista valdostano Abram Gaspard di Châtillon - qui possède à un degré très elevé le sens de l’art dans toute sa pureté et sa splendeur. Il professionista era da poco ritornato in Valle d’Aosta dopo aver lavorato molti anni in Francia.
L'altarino è ancora oggi al suo posto, ma ha perso quasi tutta la sua bellezza iniziale. La causa è certamente dovuta alle ingiurie del tempo e, forse, anche a qualche rimaneggiamento successivo. Manca, inoltre, la statua della Vergine che doveva trovare spazio nella nicchia e un concelletto che, probabilmente, fin dalla posa la proteggeva. Una lastra di marmo bianco riporta: EX-VOTO DU 2 JUILLET 1900 J. L.; nelle vicinanze, ancora ben evidenti sulla parete di roccia, le tracce dei pozzetti per le mine...(2)
(1) ) Le Mont-Blanc, 6 luglio 1900; Le Duché d’Aoste, 11-07-1900. (2) Zona dove ancora oggi è necessario prestare molta attenzione.
* Ringrazio Barbara Frigo per la collaborazione prestata nell'essersi recata sul posto e nell'aver successivamente raccolto alcune informazioni recenti sull'edicoletta e Andrea Perrod per la sua foto che ho utilizzata qui in copertina.