Emmanuel Vallet e la vernice “valletina” (2)
In realtà, proprio in quell’anno, Vallet si spense, all’età di 67 anni.
Nel pomeriggio del 18 agosto 1894, dopo essere giunto ad Aosta con il treno delle 14.28, egli era tornato per fare visita ai suoi parenti e amici, et pour profiter de l’air pur de nos montagnes, affaibli comme il était, par son travail et par une maladie qu’il venait de faire.
Appena uscito dalla stazione ferroviaria, fu colto da un improvviso malessere e venne trasportato in carrozza all’Hôtel Lanier in piazza, dove trascorse le sue ultime ore.
Come fu ricordato durante il suo funerale, Emmanuel Vallet era nato ad Aosta e fu un homme de coeur, un excellent patriote, un industriel distingué, un bon Valdôtain qui a honoré son pays.(1)
Egli aveva affrontato molte sfide nella vita. I suoi genitori erano privi di mezzi finanziari, quindi, dopo aver completato la scuola elementare, Vallet iniziò subito a lavorare: seguì le orme di suo padre diventando un panettiere.
A ventuno anni, svolse il servizio militare e prese parte alla Prima guerra d’indipendenza italiana del 1848-49, durante la quale fu decorato con una medaglia.(2)
Tornato ad Aosta, continuò a lavorare come panettiere, ma poi decise di emigrare in Francia in cerca di fortuna.
A Parigi, per diversi anni, guadagnò il suo sostentamento attraverso un duro lavoro manuale.
Riuscì a trovare del tempo per frequentare le scuole serali per adulti organizzate dall’Association Philotechnique, fondata nel 1848, che trent’anni dopo aprì una succursale ad Aubervilliers, un comune alle porte di Parigi, dove Vallet si iscrisse, nonostante il suo impegno lavorativo.(3)
Lì, ebbe la possibilità di seguire un corso di chimica applicata all’industria. Era così preparato ed interessato all’argomento che riuscì a ottenere un impiego presso una prestigiosa fabbrica di vernici parigina, dove divenne direttore tecnico.
Vallet era già noto allora per i suoi esperimenti e le sue scoperte, tra cui un metodo pour le blanchiment des os qui sont ainsi assimilés à l’ivoire.(4)
Le sua abilità gli permisero di ottenere una mention honorable
all’Esposizione Universale di Parigi del 1878, in collaborazione con l’imprenditore Weeger.
In realtà aveva presentato una domanda al governo italiano per ottenere un suo spazio nell’esposizione nella sezione riservata all’Italia, ma, per motivi sconosciuti, non ricevette risposta... Pertanto, si dovete associare alla delegazione francese e, in quanto straniero, espose i suoi prodotti come contremaître chez M. Weeger. C’est sous ce nom qu’il a obtenu encore, pour ce procédé, une medaille de bronze.(5)
Grazie a questi successi e alla sua nuova situazione economica, Vallet non mancò di sostenere l’associazione che gli aveva permesso di studiare e i bisognosi, soprattutto i valdostani che bussavano alla sua porta a Parigi.
Purtroppo, questo periodo di benessere fu presto interrotto dalla morte della sua dolce compagna, sua moglie, e dai problemi economici che si acuirono a seguito della guerra franco-prussiana (1870-71), del breve periodo della Commune
di Parigi (1871) e delle nuove condizioni politiche internazionali tra Italia e Francia. Per tali ragioni, Emmanuel Vallet decise di abbandonare quest’ultima e di tornare in patria, dove sposò Françoise Darbelley.(6)
Come filantropo, sostenne la Société ouvrière d’Aoste,(7)
si interessò alla realizzazione della ferrovia Ivrea-Aosta e partecipò agli incontri sociali e politici tra i valdostani che si tenevano a Torino, dove si era poi trasferito.
Nel 1885, si venne a sapere che proprio nel capoluogo piemontese Vallet aveva collaborato con il signor Gaspare Toia, che aveva impiantato una fabbrica per la produzione di inchiostri e vernici.(8)
Nel tempo, Vallet raccolse l’interesse di molti, anche di politici.
C’era perfino chi auspicava che i suoi studi e i suoi ritrovati trovassero un degno spazio presso il Regio Museo Industriale di Torino,(9)
ma non fu cosi.
Nel 1894, se ne andava con Vallet anche il suo piccolo impero. Pochi mesi dopo il suo decesso la sua azienda fu liquidata: a partire dal 15 ottobre 1894 la vedova, la signora Françoise Darbelley, fu incaricata di occuparsi dei conti per chiudere quell’esperienza.(10)
Il 30 aprile 1896, il notaio e avvocato Carlo Formica si occupò, invece, della vendita dello stabilimento industriale, fabbricati e terreni, già fabbrica di vernici, della ditta Emanuele Vallet e Comp., in Pozzo di Strada, un quartiere situato a ovest di Torino.(11)
La struttura doveva trovarsi al n. 47 di corso Principe Oddone.(12)
Rimane il dovere di ricordarlo e di inserirlo a pieno titolo tra gli inventori valdostani.
(1) Le Mont-Blanc, 24 agosto 1894. (2) L’Echo du Val d’Aoste, 13 ottobre 1882. (3) L’Echo du Val d’Aoste, 29 aprile 1881. (4) L’Echo du Val d’Aoste, 23 dicembre 1878. (5) Catalogue officiel: liste des récompenses/Exposition universelle internationale de 1878, à Paris; Ministère de l’agriculture et du commerce, pp. 292 e 110. (6) Le Mont-Blanc, 24 agosto 1894. (7) Le Mont-Blanc, 24 agosto 1894. (8) L’Echo du Val d’Aoste, 3 luglio 1885. Bibliografia Italiana, parte seconda, Milano, 15 e 31 gennaio 1886, p. 4: - Società Toia e Vallet (Gaspare Toia e Emanuele Vallet), per la fabbricazione di cornici e inchiostri tipo-litografici). - Capitale L. 40,000; durata 10 anni. (9) L’Echo du Val d’Aoste, 23 dicembre 1878: Nous savons que l’honorable député de Verrès, M. le Marquis Compans, qui a daigné honorer de ses visites la maison et la fabrique de M. Vallet, a pris un vif intérêt à ses travaux et aux résultats qu’il a obtenus. Grâce à ce puissant patronage, nous espérons que M. Vallet aura sous peu l’honneur de voir ses produits figurer au Musée Industriel de Turin, où ils attireront l’attention de nos industriels et finiront par lui valoir, non-seulement des récompenses honorifiques, mais les profits que peuvent lui promettre des découvertes achetées au prix de longues études et de coûteuses expériences. (10) Le Duché d’Aoste, 21 novembre 1894. (11) Il Monitore Tecnico, 20 aprile 1896. (12) Italia Superiore. Sezione Prima. Piemonte. Provincia di Torino, p. 39: Inchiostro per Stampa (Fabbric.),
(...) Toia e Vallet, corso Pincipe Oddone 47.