“Hai mai sentito parlare di Cogne?”
Da una lettera di un corrispondente inglese, inviata nel 1882 al direttore di un giornale di Londra, si apprende un curioso spaccato d’epoca inerente la Valle di Cogne.
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Eccolo:
“Coloro che sono alla ricerca di salute e benessere e che sono stanchi delle solite strade affollate e dei grandi caravanserragli svizzeri, potrebbero provare piacere nel sapere dell’esistenza di un angolo lontano dalla gente, quasi un’oasi, dove possono ritemprarsi in pace.
Se a dei comuni turisti britannici che frequentano sia la Svizzera, sia l’Italia, chiedete: “Hai mai sentito parlare di Cogne?”, novantanove su cento, meravigliandosi, risponderebbero: “No”.
Eppure Cogne è un villaggio di montagna di una certa importanza, che vanta due locande e un castello reale di caccia ed è il centro di un comprensorio facilmente raggiungibile e ricco di una rete di sentieri tra i più battuti dell’arco alpino.
Alcuni alpinisti vi si recano in ogni stagione, mentre gruppi di eccentrici inglesi ci vanno lì per caso e, a volte, trovano in zona alcuni studenti italiani giunti da Torino dopo aver attraversato le montagne circostanti.
Gli abitanti vivono tranquillamente le loro vite semplici occupandosi del loro bestiame e dei loro campi, oppure cavando dalla miniera locale una magnetite di una purezza insolita. I cogneins
sono una razza gentile, semplice e non sofisticata. Parlano tra loro un curioso patois, metà francese, metà italiano, sebbene la maggior parte di loro possa comunicare con estranei in un francese chiaro.
Cogne sta alla Valle d’Aosta come Zermatt a quella del Rodano, sebbene Cogne abbia il vantaggio di essere più vicina al fondovalle rispetto a Zermatt.
Cogne si raggiunge, infatti, da Aosta, donde il viaggiatore può depositare i bagagli più pesanti e prendere una carrozza per raggiungere, dopo aver viaggiato per sei miglia, Aymavilles. All’imbocco della valle di Cogne il paesaggio è ricco di viti e di rampicanti; in loco si possono trovare muli, ma non sellati. Se necessario, questi possono essere presi in prestito direttamente ad Aosta dal bonario padrone dell’Hôtel du Mont-Blanc.(2)
Egli prova una così profonda pietà per tutti coloro che sono stati consigliati di salire a Cogne, dove - e lo dice con un’alzata di spalle e con un sorriso - dubita che vi sia da mangiare a sufficienza e che vorrebbe poter mitigare le loro miserie per quanto possibile.
Da Aymavilles c’è un’ottima mulattiera, abbastanza ampia, lungo la quale possono transitare carrettini e che sale gradualmente per dodici miglia per una stretta e romantica vallata sorprendentemente simile alla Valle d’Anniviers (Vallese) che raggiunge Zinal.
All’inizio della salita la strada passa vicino ad uno dei resti romani più notevoli dell’Italia settentrionale, il Pont- d’Aël,(3)
costruito al tempo di Augusto per fungere sia da ponte, sia da acquedotto. Quest’ultima parte, invece, ora serve da ponte e oltre il suo parapetto si può vedere il torrente che scorre 400 piedi più in basso. Il vecchio passaggio coperto è, invece, in disuso e, sebbene vi si possa accedere con difficoltà, è quasi intasato da rifiuti.
Questa notevole struttura è così ricca di interesse sia pittoresco che archeologico che nessun passante dovrebbe essere dissuaso dal visitarlo, anche se magari scoraggiato dalle poche centinaia di metri di discesa dalla strada principale per raggiungerlo.
Dopo cinque ore di costante camminata lungo una strada ricavata su possenti precipizi si arriva a Cogne (5.000 piedi di altitudine).”(4)
(continua...)
(1) Pall Mall Gazette, 6 ottobre 1882, articolo firmato S.A.B.. (2) La struttura si ergeva lungo il lato nord-orientale dell'attuale Corso Battaglione Aosta, cioè in prossimità dell'odierna piazza della Repubblica. (3) Il monumento risale al 3 a. Cristo. (4) Un piede corrisponde a 30,48 cm, dunque la misura indicata è di 1.524 metri; l'altezza ufficiale, oggi misurata presso la sede del Comune, è di 1.544 metri s.l.m.m.
Immagine di copertina: Le Cento Città d'Italia, 1889.