Il 7 marzo dovrebbe essere festa in Valle d’Aosta
Il 7 marzo 1536, l’Assemblea degli Stati Generali del Ducato di Aosta
istituì una vera e propria Giunta di Stato, il Conseil des Commis, formato da soli 25 componenti, dunque semplice da riunire e più snello nelle sue decisioni.
L’organo - praticamente sovrano - si era dato la potestà di emanare leggi, di far battere moneta, di formare un esercito, di occuparsi della sanità, di amministrare la giustizia e di stipulare trattati internazionali; in sostanza era un organo dotato di
toutte authorité aux affaires d’état.
Fu anche grazie a tali poteri che si formò immediatamente una diplomazia di rappresentanza dei valdostani che siglò diversi patti di neutralità con la Francia, in grado di essere poi rispettati a lungo.
Il Ducato di Aosta non solo si accingeva a divenire a tutti gli effetti uno Stato vero e proprio, ma si assicurava anche - tramite quegli accordi - di essere una zona franca dal passaggio sia delle truppe francesi, sia di quelle imperiali.
In più, il Pays
ebbe modo anche di trattare su altri fronti; cioè sia con i riformatori svizzeri (che parevano intenzionati ad invadere la regione per diffondere la riforma), sia con la Spagna di Carlo V d’Asburgo.
Il Conseil des Commis, tra le altre cose, si adoperò anche nel riorganizzare il settore militare (sebbene a scopi difensivi), facendo formare un esercito di 4.000 uomini comandati da tre colonnelli e facendo fortificare alcune postazioni di difesa.
Fu, dunque, un periodo assai delicato ed importante, che portò i valdostani a scegliere il proprio destino autonomamente in un momento di guerre che infestarono il continente europeo.
Il Conseil des Commis
non fu certamente un organismo unico nel suo genere, poiché di esempi simili se ne contavano già diversi: Chambre des élus
(Borgogna), Procure du Pays
(Provenza), Assemblée des Commis
(Delfinato), ecc...
Il Conseil, nello specifico, era una sorta di Giunta, un’emanazione degli Stati Generali; appunto un Consiglio “ristretto” di quello “Generale”.
Con tale veste più snella, quindi, il Conseil
era in grado di rispondere in maniera maggiormente efficace alle necessità contingenti nonché di fare da trait-d’union
tra l’Assemblea e i Savoia.
I rappresentanti - designati come esleux du pays
- venivano, infatti, definiti deputati pro regendis bene agibilibus hujus patriae.(1)
Quali erano le sue attribuzioni?
Il Conseil des Commis
era dotato di poteri esecutivi e giurisdizionali e veniva convocato dal balivo o dal suo vice, in qualità di rappresentanti della Corona.
Tale organismo, definito da molti storici sui generis, aveva attribuzioni che non è esagerato definire formidabili: il diritto d’interinazione delle Ordinanze e degli Editti del sovrano e quel “droit de remontrance” che in Francia possedeva solo qualche Parlamento.(2)
In altre materie - sanità, difesa del Pays, ecc. - il Conseil
poteva emanare leggi senza l’approvazione dei Savoia. A partire dalla sua costituzione nel 1536 e per circa un quarto di quel secolo - proprio in quella delicata fase in cui la Valle dovette organizzarsi da sé - il Conseil
rivestì un ruolo fondamentale per la società valdostana.
Considerata la sua caratteristica di occuparsi delle agibilia (le cose da farsi nel concreto), il Conseil
assunse progressivamente sempre più ampi poteri che quasi esautorarono nel tempo quelli dell’Assemblea, tanto che esso arrivò ad assumere competenze che appartenevano alla Cour des Connaissances, al Senato e alla Camera dei Conti.
Negli anni 1549 e 1550, tra le altre cose, fu deciso (probabilmente per la prima volta) di apportare alcune modifiche alle antiche consuetudini valdostane.(3)
Su tale progetto nel 1551 fu nominata un’apposita commissione con il compito di predisporre le riforme nel campo del diritto civile, penale e feudale e della giustizia.(4)
Nel 1554 fu deciso di istituire la figura del Segretario del Pays, scindendola da quella di rappresentanza unica dei due corpi assembleari attiva fin dal 1536; venne anche istituito un Registro separato per gli atti concernenti le adunanze dei Tre Stati rispetto a quelli del Conseil des Commis.
Nel 1555, considerati gli eventi bellici e la difficoltà di raggiungere i Savoia a Vercelli, si arrivò anche a chiedere al Duca l’istituzione ad Aosta di un Senato o Corte d’appello.(5)
Il Conseil
avvertiva come sempre più pressante l’esigenza di stratificare maggiormente l’organizzazione interna di quella che oramai si era delineata come un’entità statuale vera e propria.
Con la fine delle ostilità conclusesi con la pace di Cateau-Cambrésis siglata nel 1559, i Savoia rientrarono nei loro domìni; lasciando alla Valle d’Aosta tutte le istituzioni che essa aveva creato in quegli anni tumultuosi atti a fronteggiare la crisi politica e sociale.
In conseguenza di ciò, il Ducato di Aosta si trovò a rappresentare un unicum
tra i territori sabaudi.
Il Conseil des Commis, nello specifico, sopravvisse tra alti e bassi fino alla metà del XIX secolo, per quanto nel corso del tempo fosse stato vittima di un progressivo svuotamento di poteri e di membri. Nel 1748, infatti, i componenti furono ridotti a 18; nel 1758 a 12, poi a 6.
Dal 1773 divenne un semplice organo consultivo.
Il Conseil
non si riunì più dal 1848, sebbene il suo ultimo (e poco significativo) “atto ufficiale” fosse del 1845 (l’invio di tre rappresentanti a Torino per ringraziare il re Carlo Alberto di aver conferito al figlio Amedeo il titolo di Duca d’Aosta...).
Progressivamente, quindi, tutte le prerogative valdostane furono vittima della centralizzazione della politica del Ducato di Savoia che, agli inizi del XVIII secolo, assurse alla corona reale.
Sotto tale prestigiosa veste, la casata sabauda manifestò presto l’esigenza di abolire gli antichi privilegi locali, anche per presentarsi più forte e autorevole sullo scacchiere internazionale.
Nei mutati scenari continentali, nell’ambito del nuovo Stato sabaudo - il Regno di Sardegna -, la Valle d’Aosta non doveva rappresentare più un corpo a parte...(6)
(1) Feuille d’Aoste, 13 maggio 1862. (2) M.A. Benedetto, Il Conseil des Commis del Ducato di Aosta, pp. 32-41. (3) Super autem confirmacione franchisiarum et reformacione consuetudinum prosequatur iuxta in generali Consilio super hoc tento resoluta. E. Bollati, Le Congregazioni dei Tre Stati della Valle d’Aosta, I, p. 281. (4) E. Bollati, op. cit., I, p. 306. (5) E. Bollati, op. cit., I, p. 453. (6) Testo dell'articolo tratto da M. Caniggia Nicolotti e L. Poggianti, Lo Stato Valdostano e la sua neutralità. Le guerre tra la Francia e l’impero (1536-1559), pp. 17-18 e 24-27.
L'immagine del Ducato, posta al centro di una sorta di bandiera, è stata disegnata da Jean-Baptiste de Tillier (1678-1744).