Il delegato della Valle d’Aosta
Il 22 ottobre 1947, durante la stesura della futura Costituzione Italiana, la Costituente(1)
fu chiamata anche a normare le modalità per l’elezione del Presidente della Repubblica.
La discussione politica fu lunga e le idee, ovviamente, furono tra loro differenti; fu infatti anche proposta l’elezione diretta del Capo dello Stato.
La scelta ricadde sul solo coinvolgimento delle due Camere riunite in seduta comune e con la partecipazione congiunta dei rappresentanti delle regioni; i cosiddetti “grandi elettori”.
La Costituente ne ha previsti tre per ogni regione.
All'epoca, l’onorevole Corbino emendò la proposta con un «Ad eccezione della Val d’Aosta». Così dicendo, spiegò che intendeva soltanto far notare che l’eccezione non è fatta per la Val d’Aosta come Val d’Aosta, ma unicamente perché la Val d’Aosta, con una popolazione di poco più 60 mila abitanti, ha già un senatore e un deputato e quindi, è già rappresentata nell’Assemblea con un votante per ogni 30 mila abitanti, mentre per tutto il resto degli italiani si ha un votante ogni 50 mila abitanti.
La proposta convinse e fu approvata.(2)
Il giorno dopo, però, intervenne all’Assemblea il deputato valdostano Giulio Bordon(3)
che contestò quella decisione: Se è vero che la Val d’Aosta non possa, in base alla sua popolazione (che non è però solo di 60.000 abitanti, come erroneamente si disse, ma di 90.000) partecipare a tale elezione con tre delegati, non mi parrebbe logicamente fondata che essa non possa prendervi parte anche con un delegato.
A quella considerazione venne in soccorso anche il deputato Emilio Lussu, assente il giorno prima a causa di un’altra riunione.(4)
Egli affermò che se fosse stato presente non avrebbe permesso che senza nessuna obiezione l’emendamento dell’onorevole Corbino passasse. Mi sembra, infatti, straordinario che mentre con quell’emendamento si vuole difendere la partecipazione delle Regioni, nel modo con cui è indicata, alle elezioni del Presidente, si escluda da questa partecipazione la Regione della Valle d’Aosta. Se fossi stato presente avrei proposto una modifica a quell’emendamento. Sarebbe stato opportuno cambiare totalmente sistema, se tale sistema non avesse potuto consentire la partecipazione di tutte le Regioni, nessuna esclusa, alle elezioni presidenziali.
Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione, a nome del Comitato dichiarò di non avere nulla in contrario ad attribuire un rappresentante alla Val d'Aosta, e considereremo la questione nella revisione e nel coordinamento finale del testo di Costituzione.(5)
Promessa che poi fu mantenuta e normata.
Così, infatti, recita l’articolo 83 della Costituzione: Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato.
L’articolo non stabilisce, però, se i rappresentanti debbano essere o meno dei consiglieri regionali. La prassi vuole che sia così, cioè che due politici rappresentino la maggioranza del governo regionale e uno l’opposizione (appunto “le minoranze” come recita il dettato costituzionale).
Probabilmente questa prassi recepirebbe quanto fu discusso in quel lontano 1947, ossia quando si proponevano formule quali “con la partecipazione di tre delegati per ogni Consiglio regionale, eletti dal Consiglio in modo che sia assicurata la rappresentanza della minoranza” oppure “con la partecipazione dei Presidenti dei Consigli regionali e di un consigliere designato da ciascuno dei Consigli stessi a maggioranza assoluta”.
Ciò indurrebbe effettivamente a pensare che i rappresentanti debbano essere scelti solo tra i consiglieri regionali.
In Valle d’Aosta la discussione portò alcune volte a questo tipo di dibattito anche se è abitudine designare il Presidente della Valle d’Aosta, in quanto capo dell’Amministrazione regionale.
Ciò avvenne, per esempio, nel 1964.
Il consigliere della DC Giuseppe Torrione (1923-2012) si espresse così: In Valle d’Aosta si elegge, invece, un unico delegato; quindi, non essendo possibile tagliarlo in tre o in due parti, di modo che due od una di queste rappresentino la minoranza, occorre che la scelta trovi consenziente anche questa. Tanto più se si considera importante raggiungere una soluzione unitaria, in relazione all’importanza della nomina della massima carica dello Stato.(6)
Per la cronaca, per l’occasione fu nominato l’avvocato Severino Caveri (1908-1977), Presidente della Giunta, con 19 voti su 33 presenti.
In realtà, per individuare il delegato valdostano le strade potrebbero essere prevalentemente tre:
1)
il Presidente della Valle d’Aosta, in quanto capo dell’amministrazione regionale, il quale otterrebbe non meno del voto della sua maggioranza;
2)
un altro esponente del Consiglio Valle che possa catalizzare il più ampio consenso dell’assise regionale raccogliendo, quindi, il sostegno della maggioranza e delle opposizioni;
3)
una figura terza scelta al di fuori del Consiglio valdostano che sia riconosciuta dalla società civile quale persona degna di tale fiducia, tanto non solo da essere gradita dai cittadini, ma anche di mettere d’accordo la stragrande maggioranza dei consiglieri regionali.
Una via, quest’ultima, mai percorsa... anche perché molto difficile individuare una sorta di decalogo per individuarla.
Dunque? Sarà probabilmente il Presidente del Governo valdostano, in quanto figura più rappresentativa dell’amministrazione pubblica, a rappresentare la Regione a Roma in occasione dell’elezione del 13° Presidente della Repubblica Italiana?
(1) L‘Assemblea Costituente, che fu un organo legislativo eletto nel 1946, fu chiamata a redigere la Costituzione repubblicana entrata in vigore nel 1948. (2)
https://www.nascitacostituzione.it/03p2/02t2/083/index.htm?art083-999.htm&2 (3) Giulio Bordon (1888-1965), di Nus, fu eletto deputato all’Assemblea Costituente come rappresentante del collegio della Valle d’Aosta; faceva parte del Fronte Democratico Progressista Repubblicano.(4) Emilio Lussu (1890-1975) fu scrittore e politico. Antifascista, autonomista e federalista, nel 1948 fu relatore all’Assemblea costituente dello Statuto speciale della Valle d’Aosta. (5)
https://www.nascitacostituzione.it/03p2/02t2/083/index.htm?art083-999.htm&2%C2%A0 (6) Oggetto del Consiglio n. 227 del 10 dicembre 1964 - Verbale.