Il “misterioso” nevaio sopra Aosta
Un libro pubblicato nel 1841(1)
menziona una credenza popolare valdostana legata a un particolare fenomeno meteorologico. L’autore afferma che gli fu fatto notare come indizio di altissima temperatura, e quindi di vino buono ed in quantità,(2)
quando il giorno di Santa Maddalena il sole taglia la lettera s, porzione di ghiacciaio di tale forma, che splende a mezzodì d’Aosta nella screpolatura di un’alta montagna. È per questo che ancora oggi quel luogo è chiamato nevé de la remarque o S du bon vin.
Si diceva che se tale massa di neve si divideva in due verso il centro il giorno di Santa Maddalena (il 22 luglio) o di Santa Cristina (24 luglio), ciò lasciava presagire una vendemmia successiva di ottimo livello, sia in termini quantitativi, sia qualitativi.
Il nevaio in questione si trova sotto la vetta del Mont-Père-Laurent (2.625 m), un costone situato al confine tra Pollein e Brissogne, ad est del Mont-Emilius (3.559 m).
In quel lontano 1841, durante il periodo della piccola era glaciale che aveva significativamente raffreddato il clima per tre secoli, ai meno esperti poteva sembrare un vero e proprio ghiacciaio, soprattutto perché la massa di neve presente in quegli anni era molto più consistente e resistente rispetto ai nostri giorni.(3)
La famosa “s” divenne anche oggetto di uno scherzo da parte del canonico Georges Carrel. Nel 1866, il religioso si trovava al Municipio di Aosta per una riunione del Club Alpino Italiano, quando, insieme ad altri soci si affacciò sul Grand Balcon
per osservare le montagne a sud. L’avvocato Chevalier notò che la celebre “s” era ancora fort gonflé, interpretandola come un presagio di una vendemmia di scarsa qualità.
Carrel, noto per essere qualche volta un farceur de première classe, ebbe un’idea divertente. Dopo aver osservato attentamente il nevaio con un cannocchiale, scommise che il 24 sarebbe stato coupé transersalement.(4)
I presenti accettarono la sfida...
Il giorno successivo, Carrel salì all’Arpisson, dove incontrò due pastori conoscenti e chiese loro di accompagnarlo alla “s”. Lì tracciò dei segni sulla neve e chiese ai due uomini di recarsi sul posto per una decina di giorni, al mattino presto o al chiaro di luna, e di gettare della terra al centro del nevaio seguendo le sue precise indicazioni.
Il 24, tutti coloro che avevano partecipato alla sfida, si ritrovarono in un caffè della città con gli occhi puntati verso l’alto, osservando il nevaio che era nettement fendue dans toute sa largeur.
Gli amici avvocati pagarono la scommessa offrendo una ricca mangiata.
Tuttavia, due mesi dopo, dopo la désarpa, i due pastori scesero in città e, per caso, si trovarono a fare una piacevole bevuta in un frequentatissimo locale di Aosta. In quell’occasione, rivelarono l’incarico che Carrel aveva loro affidato. Coincidenza volle che uno degli avvocati fosse presente proprio in quel momento.
Qualche giorno dopo, incontrando il religioso al prato della Fiera, l’avvocato gli rimproverò quanto accaduto. Carrel, con la sua consueta calma, gli rispose che esiste un proverbio italiano che recita: “Passata la festa, gabbato lo santo”.(5)
La “s” del nevaio valdostano rimane un simbolo affascinante della saggezza e della cultura tramandate dalle generazioni precedenti, anche se ora sappiamo che il suo aspetto dipende da molteplici fattori climatici e non rappresenta una vera previsione per la vendemmia.
È attraverso storie come questa che la nostra cultura si arricchisce di aneddoti e leggende che ci connettono al passato e ci aiutano a preservare la nostra identità e tradizione.
Foto di copertina: Scatto del 21 giugno 2023.
(1) Frammenti di un viaggio in Piemonte, Lettera del prof. G. F. Baruffi; continuazione e fine; fascicolo VIII, in Poligrafo. Giornale di Scienze, lettere ed Arti e Commentario..., p. 135. (2) (...) que tous les vignerons de la plaine ont l’habitude d’observer en Juillet, car la disparition plus ou moins précoce de la neige, est un vrai pronostic de la maturité des raisins. Telle est d’ailleurs la “conta”. Le Messager Valdôtain, 1917, p. 39. (3) Generalmente, In questi anni il nevaio scioglie del tutto durante i primi giorni di luglio. (4) Le Messager Valdôtain, 1917, p. 40. (5) Le Messager Valdôtain, 1917, p. 41.