Il Parco nazionale del Gran Paradiso compie 100 anni
Anno domini
1922.
Un periodo strano quello...: un anno che fu figlio di una breve pace tra due grandi conflitti mondiali.
A quella data anche la Valle di Cogne appariva nel bel mezzo di qualcosa. Anzi, si potrebbe dire che era esattamente divisa a metà: due grandi zone separate dal passaggio del lungo alveo di scorrimento delle acque del torrente Grand Eyvia.
A nord, infatti, si elevava la vasta regione delle miniere di magnetite presso cui centinaia di persone lavoravano a pieno regime sia nelle operazioni di sfruttamento, sia nella costruzione di infrastrutture necessarie al trattamento e al trasporto del materiale escavato fino a valle e poi da lì ad Aosta per la fusione.
Proprio il 22 ottobre di quel 1922 fu inaugurata la linea ferroviaria che permetteva di trasportare da Cogne ad Eaux-Froides (Gressan) il minerale fatto scendere dalla miniera di Colonna. Per farlo il tracciato doveva addentrarsi nel massiccio montuoso che divide il bacino di Cogne da quello di Aosta: i sette chilometri di tunnel rappresentavano allora (e per molto tempo) il traforo ferroviario minerario più lungo del mondo.
Sul versante di Aosta, poi, una teleferica faceva scendere il materiale fino all’acciaieria costruita qualche anno prima ai bordi della città.
Il paesaggio del versante nord della vallata, dunque, si trasformava per adattarsi ad uno sfruttamento minerario più moderno. Al punto che - come notava un giornalista - presso il capoluogo si presentava uno spettacolo che dava la sensazione di trovarsi nei pressi di una importante stazione ferroviaria piuttosto che in una località d’alta montagna. Ogni sorta di materiale rotabile, e non solo, si trovava un po’ ovunque; vagoni che andavano e venivano in continuazione e, soprattutto, le caractéristique bruit d’entrechoquement de ferrailles.
Quel cambiamento andava ad aggiungersi alla carrozzabile verso Aosta (terminata qualche anno prima, cioè nel 1918), alla teleferica che collegava il villaggio alle miniere ed a numerose altre innovazioni tecnologiche e macchinari che il progresso esigeva per un miglior sfruttamento del ricco filone di magnetite di Cogne.(1)
A sud, invece, qualche settimana dopo l’inaugurazione del trenino minerario prese forma la vasta area protetta denominata Parco Nazionale del Gran Paradiso, la prima in Italia. La legge istitutiva fu approvata il 3 dicembre di quel 1922.
Un polmone naturalistico voluto per salvaguardare tutte le specie esistenti (stambecco e camoscio in primis) che vivevano tutt’intorno al massiccio del Gran Paradiso.
Qui, pace e silenzio dell’uomo erano intervallati qua e là dal vivere quotidiano delle popolazioni che ora si trovavano inglobate nel Parco Nazionale o all’esterno, ma comunque lungo i suoi margini.
Oggi, il lavoro alla miniera non c’è più. La struttura è stata chiusa nel 1979 dopo quasi sei secoli di attività.
Idealmente, e paradossalmente, si può considerare tutta quella zona anch’essa un parco: un parco di archeologia industriale di grande interesse e di richiamo culturale e turistico.
A mezzodì, invece e per fortuna, resiste immutato il Parco Nazionale del Gran Paradiso che il 3 dicembre 2022 compie 100 anni: il suo primo secolo di vita.
In realtà, si potrebbero ricercare i prodromi del Parco molto più lontano nel tempo.
Il 21 settembre 1821 il re Carlo Felice di Savoia (1765-1831), per esempio, stabiliva con Regie patenti che Rimane fin d’ora proibita in qualsivoglia parte de’ regni domini la caccia degli stambecchi. Quella norma generica, bisogna chiarirlo, prevedeva però e semplicemente la protezione dello stambecco - specie che per l’appunto stava rischiando l’estinzione - in tutto lo Stato sabaudo.
Un giorno, però, le cose cambiarono.
Era il 1841. Il Duca di Genova, fratello del Re di Sardegna, passò per Cogne a visitare le miniere. Sua Altezza Reale rimase talmente estasiato dalla natura delle regioni attraversate da riuscire poi a trasmettere a suo fratello, il futuro Re d’Italia, l'interesse per quei luoghi.
Fu così che, dal 1850, il monarca si appassionò - frequentandolo poi assiduamente - anche del regno... naturale del Gran Paradiso istituendovi dal 1856 una "Riserva Reale di Caccia”, zona che comprendeva un territorio ben più vasto rispetto a quello oggi occupato dal Parco.(2)
Quello che è successo da quel lontano 1922, e che ha riempito di mille narrazioni questi primi 100 anni del Parco, è un'altra storia: vicende che si rincorrono tra le pieghe dei monti, raccontando di cultura, di tradizioni, di personaggi, di ascensioni, di turismo, di sport, di natura... di bellezza infinita.
(1) La Vallée d’Aoste, 31 marzo 1923. (2) Victor Emmanuel ne commença ses chasses d’une manière régulière dans notre vallée qu’en 1854. De 1850 à 1854 ce fut une periode de négociations avec les communes de Champorcher, Fénis, St-Marcel, Cogne, Valsavaranche, Rhêmes, Valgrisanche, etc. etc. pour régler ou la vente, ou la cession des chasses.
Feuille d’Aoste, 22 maggio 1878.