Il primo presepio in Valle d’Aosta
Non è facile stabilire quando sia stato esposto pubblicamente e per la prima volta un presepio in Valle d’Aosta.
A detta dei giornali il primo Bethléem
- come veniva chiamato allora il presepe - risalirebbe al Natale del 1855,(1) quando on n’avait pas encore, chez nous, une idée de ce que sont les “presepii” italiens;(2) ciò al contrario di altre numerose comunità religiose, surtout en Italie, dove vi era invece l’uso di rappresentare la stalla o grotta di Betlemme.(3)
In quel giorno di Natale, infatti, il canonico della cattedrale di Aosta, Paul-Louis Gerbore (1817-1864), ne aveva installato uno presso la sua casa canonicale posta nei pressi del Duomo; l’esposizione, accessibile a tutti, fu riaperta per l’Epifania avec la variation de l’adoration des mages.(4)
La novità del presepio era tale che, seguendo le cronache di allora, “tutta la città” accorse a visitare quella
rappresentazione; un evento per il quale il religioso non si era risparmiato per soddisfare curiosità e gusto: on ne peut rien voir de plus gracieux; tout y est merveilleusement combiné de manière à produire une illusion complète.
In poche parole si trattava di un’opera artistica molto bella e, contemporaneamente, di un’opera pia dato che l’obiettivo era quello di raccogliere fondi per i poveri. In effetti, per vedere il presepio si doveva pagare un biglietto (“libero”) d’ingresso: non meno di 20 centesimi a testa per i più agiati; per i bimbi e per i poveri, invece, la cifra era del tutto volontaria.
Lo stesso canonico - che pubblicizzava l’iniziativa sui giornali locali - auspicava que les coeurs bien nés, animés d’un vrai intérêt pour la classe souffrante de l’humanité, s’empresseront de visiter cette crèche et d’y déposer un gage de leur charitable et généreuse sympathie.(5)
Nota - quella relativa alla crèche
- che farebbe pensare al fatto che la composizione fosse probabilmente incentrata solo sulla culla come in origine fece san Francesco d'Assisi a Greccio (Rieti) nel 1223, ossia senza la presenza della Sacra Famiglia: Si dispone la greppia, si porta il fieno, sono menati il bue e l'asino. Si onora ivi la semplicità, si esalta la povertà, si loda l'umiltà e Greccio si trasforma quasi in una nuova Betlemme.(6)
Comunque fosse, il presepio era visitabile tutti i giorni del periodo natalizio dalle 12 alle 14 e dalle 17 alle 20.(7)
L’iniziativa andò avanti per anni e, nel frattempo, fu copiata da altri.
Nel 1861, infatti, risultava presente un simulacre de l’étable de Bethléem
all’Asilo di Aosta; da qualche tempo ne erano stati organizzati anche in alcune chiese della diocesi valdostana presso le quali, ai piedi della culla del Bambin Gesù, era usanza la sera cantare des cantiques.(8)
Tale tradizione attecchì progressivamente, a tal punto che nel 1894 in numerose chiese parrocchiali della Valle d’Aosta la beauté des fonctions liturgiques est encore rehaussée par la représentation de Bethléem, toujours si attrayante par la naïveté et l’originalité de ses formes.(9)
(1) L’Indépendant, 24 dicembre 1855. (2) Feuille d’Aoste, 3 gennaio 1856. (3) L’Indépendant, 14 gennaio 1862. (4) L’Indépendant, 4 gennaio 1856. (5) Feuille d’Aoste, 24 gennaio 1856. (6) Tommaso da Celano, Vita di san Francesco, X, p.85. (7) ... dans le ci-devant canonicat de M. Jans, aujourd’hui de M. Chatrian
(L’Indépendant, 23 dicembre 1856); successivamente ne sera dorénavant ouvert que les jours de dimanche et de fête
(Feuille d’Aoste, 15 gennaio 1857). (8) L’Indépendant, 14 gennaio 1862. (9) Le Duché d’Aoste, 3 gennaio 1894.
Immagine di copertina. Presepio, di Serafino Nicolotti (1913-1996).