“L’Arca di Noè si trova ad Aosta”
Nel corso degli anni, mi è capitato diverse volte di incocciare in improvvisate guide turistiche, persone che probabilmente non avevano neppure mai visto la Valle d’Aosta. Snocciolavano ai loro ospiti una serie di caratteristiche nostrane a dir poco improbabili ed errate... Un paio su tutte? Sostenere che Sant’Orso è il patrono di Aosta e chiamare “Anfiteatro” il Teatro romano.
Un tempo le cose non andavano tanto diversamente, anzi, e il racconto che segue - pubblicato sul giornale Le Mont-Blanc
del 27 dicembre 1929 - ne è un “gustoso” esempio.
Il pezzo fu intitolato così: Un guide exceptionnel.
In breve, questa è la storia...
Un ragazzo, figlio di un ricco ed importante commerciante di Torino, girovagava squattrinato per le vie di Aosta; aveva speso tutto ciò che aveva in tasca nel suo bighellonare e ora era alla ricerca di qualche soldo per procurarsi la cena, un letto e i fondi per rincasare.
Mentre vagava senza meta, pensando a come fare per ricavare le 25 lire necessarie ai suoi progetti, tutto ad un tratto si trovò davanti alla diligenza di linea appena giunta ad Aosta. Tra i viaggiatori scorse una coppia di sposini e gli venne in mente di improvvisarsi cicerone. Si presentò dunque a quei giovani innamorati, offrendo loro i suoi “servigi” in qualità di “guida turistica”.
Il rampollo n’en savait absolument rien de notre histoire..., ma questo non lo preoccupava per nulla; l’importante era assicurarsi il necessario per i suoi propositi.
All’ora stabilita per l’appuntamento, i tre si ritrovarono in piazza Carlo Alberto (attuale piazza Chanoux) da dove iniziarono la visita guidata ai monumenti.
Presso il Municipio, davanti alle statue che rappresentano la Dora e il Buthier, il cicerone, con una certa sicumera, affermò: “Ecco il Re e la Regina dei Saraceni che hanno diffuso tanto benessere in tutta la Valle”.
I due sposi si inchinarono davanti alle statue delle Loro Maestà saracene...
De rue en rue, il gruppo giunse all’anfiteatro romano. L’improbabile guida, guardandosi bene dal far visitare il sito, si limitò a dire che colà l’on y avait remisé l’Arche de Noè!
L’Arco d’Augusto, invece, fu descritto come luogo di passaggio delle truppe crociate; cosa che, forse, gli fu suggerita dalla presenza del grande crocifisso. Quindi, con gesto mirabolante e plateale, si voltò e mostrò ai due sprovveduti il maestoso Grand Combin, sostenendo che si trattava del Monte Bianco: le jeune couple fut tenté de s’engenouiller devant la cîme la plus haute d’Europe.
Ritornando in piazza gli sposi si accorsero della catena del Rutor: la parete, con le sue nevi splendenti, si stagliava davanti ai loro occhi. Di fronte a tanta meraviglia la guida, sans rougir, soddisfò la loro curiosità: Ah! ce glacier c’est le Mont-Rose.
Infine, appagati di quanto saputo e visto, e proprio mentre stavano pagando il loro accompagnatore, furono attirati dalla grande piramide della Becca di Nona: Oh! dit le guide ineffable, j’avais oublié de vous présenter le Cervin!
Gli sposini avrebbero voluto avvalersi dei servigi di quel “giovane erudito” anche il giorno dopo, ma quest’ultimo aveva già raggiunto il suo obiettivo e non aveva intenzione di proseguire oltre nel suo azzardo.
La sera, in albergo, la coppia fece pubblico sfoggio di quanto appreso, ma quale fu la loro sorpresa quando scoprirono l’inganno ordito da quell’audace, improvvisato e falsa guida turistica.
La morale è che in tutti i campi sarebbe più opportuno affidarsi sempre a professionisti del mestiere per scoprire a fondo un territorio.
Mi si conceda, poi, che è ovvio che se ci si trova in Valle d’Aosta sarebbe opportuno avvalersi di guide turistiche locali abilitate.