Quante nudità!
All’inizio del Novecento, diversi eventi turbarono la moralità pubblica della tranquilla Aosta.
Tra i numerosi fatti segnalati dalla stampa dell’epoca, ce ne sono diversi, ognuno incentrato sulla nudità, che richiedevano l’intervento dell’autorità competente per porre fine a situazioni giudicate inappropriate e sconvenienti.
Nel 1901, ad esempio, veniva richiamata l’attenzione su un comportamento degno dei selvaggi les plus dégradés de la Polynésie. Alcuni individus sans pudeur ni éducation, frequentando le rive del fiume Dora Baltea, nei pressi del Pont-Suaz, si permettevano di denudarsi completamente attirando l’attenzione dei passanti con fischi, gesti provocatori e richiami.(1)
Pochi mesi prima di queste audaci esibizioni estive, durante l’inverno, qualche buontempone aveva dedicato del tempo alle sculture di neve. Come riferiva un giornale dell’epoca, lungo i bordi di una strada che portava in città, si poteva notare un’opera che ne manque ni de modelé, ni de pose, ni d’idée; très-suggestif... un peu décolleté seulement, trop décolleté pour les yeux effarés de nos collégiens en promenade.(2)
“Aspettando il bel sole” - concludeva il periodico - caveant centuriones!
(“i centurioni stiano attenti!”); un modo per dire “l’autorità, faccia qualcosa”.
Nel 1903 a suscitare preoccupazione nella morale pubblica, c’era un manifesto pubblicitario esposto au grand public
in una farmacia di Aosta: une pancarte qui soulève partout une juste indignation.
Il manifesto risultava “sedizioso e rivoltante” a causa della sua mancanza di delicatezza e indecenza.
Perché, si chiedeva il giornale, era stata fatta tale scelta pubblicitaria?
“Una simile caricatura, dai colori sgargianti e dal cinismo verista e provocatorio per colpire più duramente e ferire più intimamente gli occhi dei passanti, potrebbe essere lo stemma di qualche “Azienda smaliziata” che si impegna a informare il pubblico che con i suoi medicinali vende pornografia? È possibile; tuttavia, il vero scopo è questo: è calcolato: “Mostriamo la causa e raccoglieremo gli effetti...”
L’immoralité a toujours abouti à la “pharmacie...”.(3)
Un giro di parole estremamente sibillino. È probabile che si riferisse all’immagine di una donna, forse eccessivamente succinta e provocante; nello stesso periodo circolava una pubblicità che prometteva un ‘bel seno’, mostrando una donna dalle forme prosperose, ad esempio.
In ogni caso, tra nudità esplicite e pubblicità audaci, la piccola Aosta affrontò progressivamente le piccole sfide legate al buongusto, alla decenza, al rispetto del prossimo, talvolta incrociando qualche critico moralista.
Immagine di copertina: Georges Seurat, I bagnanti ad Asnières
(1883-1884).
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/eb/Baigneurs_a_Asnieres.jpg
Georges Seurat, Public domain, via Wikimedia Commons
(1) Le Duché d’Aoste, 21 agosto 1901. (2) ”Non manca né di modellatura, né di posa, né di concetto; molto suggestiva... solo un po’ svestita, troppo svestita per gli occhi sbalorditi dei nostri studenti in gita”. L’Union Valdôtaine, 15 marzo 1901. (3) Le Duché d’Aoste, 13 maggio 1903.