Ad un certo punto tutto intorno s’illuminò a giorno e, in meno di un secondo, un boato immenso coprì il rumore della pioggia scrosciante, l’unico suono che si sentiva fino ad allora in mezzo a quel paesaggio da tregenda.
Fu veramente un attimo: il cielo fu squarciato da un potente fulmine che si scagliò violentemente sulla parrocchiale di Santa Caterina.
La scarica elettrica si abbatté sul campanile. Passò dalla guglia e si riversò in basso tramite il filo di ferro che collegava la campana con la canonica. Da quel punto scaricò, infine, presso il lavandino della cucina della casa parrocchiale. La struttura subì danni al tetto, ai vetri, all’impianto elettrico e accusò anche un principio d’incendio.
Fu così, che la parte terminale del campanile venne totalmente abbattuta. La croce posta sulla sommità cadde nel cimitero portando con sé tutte le graffe che la sostenevano. Le campane, però, non subirono danni, ma il loro supporto fu seriamente danneggiato.
Le pietre della muratura della torre, invece, cadendo colpirono e spaccarono le lose del tetto del coro e della cappella di Sant’Antonio.
Da quanto emergerebbe dalle cronache di allora, parte del fulmine penetrò anche in chiesa dalla volta provocando uno squarcio lungo una quarantina di centimetri, ciò proprio sopra la cornice presso cui trovava spazio la statua della Santa Vergine. La folgore, però, risparmiò la statua anche se la parte della corona della scultura era in ferro.
Contemporaneamente, da quel foro furono eiettati, come dei proiettili, numerosi detriti di gesso e di muratura che colpirono l’altare sottostante e tutto il coro.
La scarica elettrica raggiunse successivamente i vicini gradini del presbiterio, tanto da divellere una delle pietre del rivestimento.
Giunto a terra il fulmine non si spense affatto. Rimbalzò in direzione dell’altro altare laterale, quello dedicato a San Giuseppe, ma colpì solo il muro dove si dovette spegnere. Fu risparmiato, così, il quadro della Deposizione circondato dalle immagini di Sant’Antonio e di altri Venerabili.
Nel frattempo, tutta quella pressione fece andare in frantumi parte delle vetrate della chiesa.
In quel pericoloso frangente, però, non era tutto.
Molti, infatti, notarono nella zona il passaggio di une espèce de globe lumineux incandescent;(1)
Ce qui est plus étonnant on a vu dans la plupart des maisons rouler un globe incandescent, sans endommager personne.(2)
Presso la scuola della plaine, per esempio, il globo sfrecciò sopra le teste di un paio di maestre che si erano attardate al lavoro preparatorio agli esami. Quell’energia entrò da una finestra ed uscì subito da quella opposta.
Non solo. Molte persone se sont vues projetées à terre
ed altre, invece, accusarono dolori in diverse parti del corpo o dovettero immediatamente abbandonare oggetti che tenevano tra le mani, oppure gli furono arrachés
dalle stesse.
Dieu qu’il n’y ait pas eu de victimes humaines, concludeva il corrispondente di uno dei diversi giornali che avevano raccolto la curiosa notizia.(3)
Alcuni abitanti, per diversi giorni, accusarono dolori dovuti al contatto che in qualche modo ebbero con la folgore.
Comunque sia, l’evento non fu avvistato solo a Brissogne, ma anche a Quart.
L’effetto fu descritto come un gros globe de feu marchant avec une grande vélocité évoluer dans l’air et puis comme un serpent se jeter sur le clocher.(4)
Un altro giornalista chiuse il suo articolo semplicemente così: Comme conclusion pratique, ne faudrait-il pas penser à munir tous nos clochers de paratonnerre et éliminer ces fils de fer qui servent pour la facilitation de la petite sonnerie?(5)
Di cosa si trattava in definitiva? Un fulmine globulare è un raro, a volte brevissimo e particolare fenomeno luminoso dell’atmosfera. Si tratta di un piccolo globo luminoso, di forma pressoché sferica e di diametro variabile, fermo o, più frequentemente, in rapido e casuale movimento. Si può avvistare sia in presenza sia in assenza di temporali.
Questo fenomeno atmosferico è ancor oggi poco compreso; di tutte le manifestazioni energetiche che prendono forma nella troposfera risulta ancora una delle più misteriose, nonostante venga studiato
ormai da secoli.(6)
Foto di copertina: Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=58806