Tre ragazzini di Aosta accusati di spionaggio...
Espions innocents...
Sotto questo titolo il giornale valdostano Le Duché d’Aoste
del 4 agosto 1897 raccontava una vicenda curiosa verificatasi al confine italo-francese; il foglio definiva quel fatto come une drôlerie sans pareille.
In sostanza, il 23 luglio di quell’anno tre giovani aostani erano partiti dalla città per compiere una tipica escursione estiva in montagna.
Con quella semplice intenzione i fratelli Louis, René e Alexandre - figli del conte Messea(1)
- avevano scelto di recarsi al Piccolo San Bernardo (2.188 m) per la loro gita “fuori porta”.
Giunti al colle non si fermarono, ma travalicarono nella Valgrisenche dove furono ospitati presso lo chalet
dell’avvocato Pierre Frassy,(2)
accogliente struttura situata nella zona di Plonta.(3)
In seguito, i ragazzi salirono fino al col du Mont (2.637 m) e lo attraversarono per scendere fin nei pressi del villaggio di Le Miroir (1.250 m, comune di Sainte-Foy-Tarentaise) in Savoia.
Purtroppo, Frassy non pensò di scoraggiare i suoi giovani ospiti a percorrere quel tragitto. Come poteva supporre che un diciassettenne, un quindicenne e un dodicenne avrebbero potuto far nascere qualche sospetto alla frontiera francese? Invece, un “chasseur alpin” français n’y mit pas tant de bonhomie, et fier d’une perspicacité qu’il ne se reconnaissait pas encore, arrestò i tre giovani Messea, “certo di rendere alla sua patria un servigio che come minimo gli sarebbe valso la promozione a generale.”
Sfortunatamente, sia le spiegazioni, sia le proteste dei tre fratelli non furono minimamente ascoltate: le fier soldat français
si dimostrò assolutamente irremovibile.
I Messea furono, dunque e subito, tradotti al forte di Traversette che era situato lì vicino,(4)
avamposto ricostruito da poco.(5) Sul posto i ragazzi furono condotti da un capitano del genio militare, quindi subirono un duro interrogatorio teso a capire il perché della loro presenza lassù.
Chissà se i giovani avranno anche avuto modo di raccontare dei loro recenti successi scolastici...(6)
Finalmente, i francesi si convinsero della totale innocenza dei giovani valdostani e li lasciarono liberi scortandoli fin nelle vicinanze del Piccolo San Bernardo.
“Per ora, il pericolo di una invasione di spie è scongiurata e l’onore delle guardie di frontiera è salvo: il futuro caporale, o generale, aveva fatto il suo dovere e la Repubblica francese potrà insignire con ogni tipo di decorazione i perspicaci difensori delle sue frontiere,” concluse con ironia il giornale valdostano che aveva raccolto l’increscioso episodio.
In realtà e polemica a parte, forse il soldato era già stato messo al corrente dai suoi superiori che il Presidente della Repubblica Francese, Félix Faure (1841-1899), qualche giorno dopo sarebbe salito al forte per inaugurarlo...(7)
Un evento del genere aveva ovviamente innescato una serie di procedure di controllo e di sicurezza.
Immagine di copertina: tratta da D. Vallino, La Plonta, Alp du M.r Frassy
in Dans la Vallée d’Aoste - Album d’un Alpiniste.
(1) (...) receveur du bureau du Registre à Aoste. (2) L’uomo, che fu anche consigliere provinciale di Torino e importante produttore e commerciante di fontine, morì nel 1906 all’età di 55 anni nel suo chalet a causa di un colpo di fucile esploso accidentalmente da un giovane che faceva parte di un folto gruppo ospitato nella struttura. Le Duché d’Aoste, 19 settembre 1906. (3) Feuille d’Aoste, 9 novembre 1887. (4) Rispetto al Piccolo San Bernardo, il forte (2.400 m) si ergeva 2,7 km più a sud. (5) Un tempo il fortino apparteneva al Regno di Sardegna che lo cedette alla Francia nel 1860 con il Trattato di Torino. I francesi lo riedificarono, ampliandolo, tra il 1892 e il 1894. (6) Alexandre, studente al Collegio Principe di Napoli di Aosta, era stato appena promosso senza esami (Le Mont-Blanc, 9 luglio 1897); lo studente René l’anno precedente aveva conquistato la medaglia d’oro di primo grado, dono del Municipio di Aosta (Le Mont-Blanc, 26 giugno 1896). (7)
Le Mont-Blanc, 13 agosto 1897.