Un arresto “spettacolare” ad Aosta
La vicenda che segue sfiora la forma dell’aneddoto.
Non v’è da stupirsi di questo fatto, dato che l’avvenimento raccontato - definito dalla stampa dell’epoca come “arresto emozionante” - ha trovato come scenario naturale una piccola città di provincia come era l’Aosta di primo Novecento.
Ecco, dunque, la notizia di una cattura curiosa che il giornale Le Travailleur
del 29 dicembre 1905 decise di incolonnare tra le sue pagine.
Cos’era accaduto?
Pochi giorni prima del Natale 1905, l’avvocato Amilcare Guazzone - notre excellent Commissaire de police
(il delegato di pubblica sicurezza per la precisione) - camminava tranquillamente lungo piazza Carlo Alberto(1)
quando, ad un tratto, riconobbe un poveraccio che, invece, avrebbe dovuto essere in prigione; risultava, infatti, che l’uomo non aveva ancora saldato due o tre contravvenzioni che gli erano state contestate.
Il funzionario di polizia, allora, si avvicinò all’uomo e, molto gentilmente, gli domandò in modo ironico se voleva accompagnarlo alla Tour;(2)
al ché quegli rispose che ci avrebbe riflettuto.
Il Commissario, spazientito, insistette e l’altro, disorientato e privo di argomentazioni, replicò prontamente con frasi insolenti per sbarazzarsi dell’importuno.
Guazzone, indignato, decise allora che non era rimasto altro che procedere all’arresto.
Il furbastro - conscio che le cose stavano prendendo una brutta piega, ma non intuendo che chi lo aveva avvicinato fosse un poliziotto - trovò una scusa e decise di allontanarsi velocemente.
Pensò, infatti, che fosse più utile per lui non perdere altro tempo ed entrare al riparo in Municipio dove elemosinare qualche spicciolo necessario a trascorrere degnamente le feste di Natale che si stavano avvicinando.
Tra il pensarlo e il farlo fu un attimo: in pochi secondi il disperato raggiunse la cima della grande scalinata d’ingresso del palazzo.
Purtroppo, non aveva fatto bene i suoi conti: si trovò imbottigliato in un vicolo cieco dato che tutte le porte del primo piano erano chiuse e che l’entrata del Municipio appena varcata era dotata di un grande cancello; inferriata che il Commissario si precipitò a serrare con una doppia mandata. Voilà le merle en cage!: il furbetto era ora in gabbia.
Poiché le forze dell’ordine tardavano a giungere in loco a dar manforte al loro capo, si verificò uno spettacolo curioso.
Bloccato in quello spazio senza via d’uscita, il prigioniero cominciò a gridare, a scalpitare furiosamente; come un forsennato, cercò pure e disperatamente di divellere le sbarre del cancello.
Nel frattempo, dal primo piano si udivano provenire le suppliche pietose degli impiegati che, asserragliati nei loro uffici, non potevano recarsi a casa per la cena; mentre dall’esterno due cittadini reclamavano animatamente il ritiro di documenti importanti.
A coronamento di quelle scene, vi era l’atteggiamento del Commissario, tutto tronfio, che camminava in lungo e in largo con la chiave del portone ben protetta nella sua tasca e, intorno a lui, un gran numero di persone che ridevano sguaiatamente nell’assistere a quella scena paradossale.
Finalmente, giunsero due agenti municipali i quali presero in consegna il poveraccio, cosicché le désopilant spectacle termina par la victoire de la force publique!
Peccato, però, che il Commissario - funzionario molto apprezzato dalla cittadinanza e ben inserito nel tessuto sociale - era giunto al termine del suo mandato. In quegli stessi giorni, infatti, gi era stato comunicato il trasferimento a Ferrara.
La notizia di quello spostamento rammaricò l’opinione pubblica locale, considerato pure che l’avvocato Guazzone, tra i tanti pregi, sapeva anche - chose rare chez nos fonctionnaires - résister aux pressions de certains sires bien connus.(3)
Altre tracce del suo operato risalgono a qualche tempo dopo quando, dopo essere stato nel Genovese, un decreto ministeriale datato 1° febbraio 1913, destinava il rag. Amilcare Guazzone a Torino pel servizio di repressione dell’emigrazione clandestina.(4)
Nel 1914 fu nominato Cavaliere, due anni dopo risultava ricoprire il ruolo di Capo servizio a Torino, mentre nel 1918, su proposta del Ministro per gli affari esteri, il commissario di 3a classe Milano (Ispettorato dell’Emigrazione)
fu nominato ufficiale.(5)
(1) Si tratta della piazza principale di Aosta oggi dedicata a Emile Chanoux. (2) Il riferimento è alla Torre dei Balivi, fino al 1984 sede della casa circondariale. (3) Le Travailleur, 22 dicembre 1905. (4) Monistero degli Affari Esteri, Commissariato dell’Emigrazione, Bollettino dell’Emigrazione, Anno 1913, n. 8, p. 35. (5) Bollettino ufficiale del Ministero dell’interno, 1918, p. 2129.