Un pezzo di Valle d’Aosta in Francia
In Francia, nella regione Borgogna-Franca Contea, più precisamente nella chiesa di Saint-Urse di Montbard (diocesi di Digione),(1)
esiste un pezzo di Valle d’Aosta.
Nel 1273, infatti, il cardinale francese Anchier Pantaléon de Troyes (1210-1286) - che stava facendo tappa ad Aosta mentre si recava al secondo Concilio di Lione - chiese di poter ottenere una reliquia di Sant’Orso. Quella richiesta era probabilmente suggerita dal desiderio del suo cappellano personale, Jean, che era anche parroco della chiesa di Sant’Orso di Montbard e che doveva aver palesato l’auspicio di portare una testimonianza del santo nella sua parrocchia.
Il venerabile Capitolo ursino, sollecitato dal vescovo valdostano Aymon de Challant, deliberò di concedere al reverendo Jean un frammento del cranio del santo: alors on détacha avec le plus grand respect, en présence de tout le couvent une particule de la tête de S. Ours. On y unit un certificat muni du sceau du chapitre pour en constater l’authenticité, et on la remit ainsi au Rd curé de Monbard.(2)
Una volta rientrato in Francia, il religioso collocò il prezioso dono in un reliquiario in legno; solo tempo dopo, reliquia e atto di traslazione furono deposti in una nuova teca d’argento a forma di busto realizzata nel 1485.(3)
Oltre sei secoli dopo, un’abitante di Montbard, ayant reçu une grâce signalée de saint Ours,(4)
sentì il desiderio di donare alla sua chiesa una statua che rappresentasse il santo.
A chi chiedere di realizzarne una? Naturalmente a qualcuno in Valle d’Aosta, patria del santo.
Il fedele scrisse, dunque, ad un canonico(5)
della Collegiata di Sant’Orso ad Aosta per domandare aiuto. Fu così che il religioso incaricò lo scultore aostano Jean Comoletti(6)
di riprodurre, in dimensioni maggiori rispetto all’originale, la statua che si trova presso gli stalli del coro della chiesa, et la lui envoya.
Il 30 luglio 1905 fu il giorno scelto per l’inaugurazione dell’opera.(7)
Per testimoniare la sua contentezza, il pio uomo francese scrisse queste parole di ringraziamento: Notre vieille église fut ce jour-là revêtue de ses plus beaux ornements. Notre Curé-doyen a chanté la Messe. Dans un sermon magnifique un prédicateur a rappelé qu’il faut prier et imiter saint Ours. La nouvelle statue du saint était entourée de fleurs et d’un beau luminaire offert par des personnes de la paroisse.
Ancora oggi l’opera fa bella mostra di sé nella chiesa di Montbard; alla base del manufatto vi è scritto: St. Ours Archidiacre d’Aoste en Piemont.
Alcune osservazioni a margine.
La località di Montbard ha tutta una serie di altre particolarità che in diversi modi l’associano alla Valle d’Aosta; fatto che a mio avviso varrebbe l’organizzazione di un qualche gemellaggio. Basti pensare, infatti, che lo stemma della cittadina, così come quelli di altre località presenti nelle vicinanze, denota verosimiglianze con quello del comune valdostano di Bard.(8)
Inoltre, secondo la tradizione, nel 1242 alcuni nobili della famiglia dei Bard (dopo che i Savoia li spodestarono dal loro castello) si sarebbero ritirati in esilio in Borgogna; si vorrebbe addirittura che in origine i loro predecessori abitassero un po’ più a nord di quella regione, cioè provenissero dai territori degli attuali dipartimenti dell’Aube e della Meuse.
Comunque sia, Montbard diede i natali al celebre Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon (1707-1788). L’uomo, legato all’Illuminismo, fu un importante naturalista, matematico e cosmologo; fu sepolto in una cappella adiacente alla chiesa di Sainte-Urse Montbard. Sotto molti aspetti, Buffon, a cui Montbard ha tra le altre cose dedicato un parco ed un museo, potrebbe trovare molte analogie con la figura del dottor César-Emanuel Grappein (1772-1855) di Cogne, località la cui chiesa - tra l’altro - è dedicata a Sant’Orso.
(1) Comune situato nel Dipartimento della Côte-d’Or. (2) A. Gal, Vie de Saint Ours Archidiacre d’Aoste et fondateur de la collegiale de S. Pierre et de S. Ours, 1868, p. 80. (3) L’iscrizione riporta: Reliquiae Sti Ursi patroni hujus urbis e manibus commissariorum excerptae, Patria parochus, Ibidem, p. 80. (4) Le Duché d’Aoste, 16 agosto 1905. (5) Forse si tratta di Pierre Bhétaz. (6) Giovanni Comoletti (1842-1912) era originario della Valsesia e in Valle d’Aosta, e non solamente, si occupò di numerose opere scultoree, e arredi tardogotici, in varie chiese e cappelle. (7) Immagini della chiesa e della statua si possono consultare a questo sito: http://www.christaldesaintmarc.com/l-eglise-saint-urse-de-montbard-a119116502
(8) La somiglianza tra i diversi blasoni è interessante. A Montbard una delibera municipale del 14 dicembre 1960 descrive lo stemma della città, in parte identico all’emblema dei Bar di Lorena: D’azur à deux bars adossés d’argent; tale descrizione è aderente anche allo stemma dei Bard valdostani. La presenza di crocette, come in quello valdostano, è riscontrabile invece nello stemma della città di Bar-le-Duc. Questo stemma, adottato nel 1680, riprende esattamente quello dei duchi di Bar del 1125.
- Illustrazione di copertina: a destra immagine della statua di Sant'Orso presente a Montbard rifotografata dal sito citato sopra alla nota n. 7,