Autore: Mauro Caniggia Nicolotti
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3 marzo 2025
Giulia Ferri de Rolland Giulia Ferri (1842-1929), originaria di una famiglia fanese di conti - suo padre Carlo fu governatore di Perugia -, (1) può essere considerata a tutti gli effetti una pioniera dell’alpinismo italiano. Si distinse per la sua determinazione e passione per la montagna, che la portarono ad essere la prima donna italiana a raggiungere le vette più alte dell’arco alpino. Di questa straordinaria donna si conosce poco. Nel 1864 sposò il barone Jules-Alexandre de Rolland (1820-1901), allora prefetto della provincia di Pesaro, acquisendo così il titolo nobiliare. Fu molto attiva e impegnata nel sociale, tanto che le cronache la citano nel 1866, durante la Terza guerra d’indipendenza italiana, quando organizzò in prefettura un Comitato di signore, il quale dividendosi in altri subcomitati per quanti sono i rioni della città, adottava di preparar filaccie, bende e camicie per i feriti, e corone pei vincitori . ( 2 ) Il barone de Rolland, in seguito, fu eletto alla Camera dei deputati per il collegio di Aosta (1880-1882), indirizzando la coppia verso la Valle d’Aosta. (3) Non a caso, le cronache valdostane iniziano a parlare di lei solo nel 1880, quando la coppia soggiornava a Courmayeur. Alla guida de toutes les dames des Colonies Italiennes et étrangères qui s’y trouvaient réunies , accolse la regina d’Italia, con cui vantava una stretta amicizia, presso l’Hôtel de L’Ange durante la sua visita alla località. Giulia Ferri si innamorò subito delle montagne e dell’asprezza del territorio. Il 16 luglio 1882 era a La Thuile a sostenere l’opera della sezione di Aosta del Club Alpino Italiano, che stava organizzando una raccolta fondi per migliorare l’accesso alle bellezze naturali locali. Ponti, sentieri e terrazzamenti richiedevano manutenzione o di nuovi interventi. Una sottoscrizione pubblica fu aperta a tal fine, et la courageuse alpiniste, Mme la baronne de Rolland la prit sous son patronage à Courmayeur . L’8 agosto 1883, una sessantina di ragazzine, riunite nel giardino dell’Hôtel de L’Ange, ricevettero dalla baronessa numerosi capi d’abbigliamento (vestiti, maglioni, scialli, cappelli, ecc.). La sua generosità suscitò grande entusiasmo e, tra grida di gioia, le giovani abbracciarono la loro benefattrice. Poche settimane dopo, la baronessa de Rolland era pronta per la sua più importante impresa alpinistica: raggiungere la vetta del Monte Bianco (4.807 m) . Per farlo, attraversò il Colle del Gigante, raggiunse Chamonix e salì il colosso dalla via francese il 27 agosto. C’est la première italienne qui ait fait jusqu’ici cette ascension, riportava un giornale dell’epoca . Al suo ritorno al villaggio savoiardo, l’intrépide alpiniste ricevette l’ovazione dei turisti presenti e furono organizzati scoppi di petardi. Secondo un giornale svizzero “al suo ritorno a Chamonix, in suo onore è stato sparato un colpo di cannone, mentre la popolazione l’ha accolta con un coro di “Evviva l’Italia!”. Donna di polso, attiva e intraprendente, non mancò di far sentire la propria voce anche in ambito politico. Durante una festa tenutasi a Châtillon nel 1885, suo marito, nel presentare il benvenuto alle varie autorità comunali e ad altre personalità di rilievo, non dimenticò di faire une large place au plus bel ornement de la fête, à Mme la Baronne de Rolland, qui présidait à la table ronde . Poche settimane prima, il 18 agosto 1885, era salita fino all’Aiguille des Glaciers (3.816). Il 2 settembre 1886 si cimentò in un’altra impresa straordinaria: la scalata delle Grandes Jorasses (4.208 m), cette immense montagne qui parait vouloir lutter avec le Mont-Blanc, et que peu d’alpinistes osent affronter . Fu la prima donna a raggiungere la vetta, e secondo le cronache dell’epoca lo fece con straordinaria facilità e in breve tempo. La sua eccellente forma fisica le permise, nello stesso periodo, di partire dal rifugio Vittorio Emanuele II (Valsavarenche) per salire in cima al Gran Paradiso (4.061 m). Il 3 agosto 1887, Giulia de Rolland, partita dalla capanna al Colle del Gigante, raggiunse la Tour Ronde (3.792 m). All’inizio di agosto del 1889, la baronessa de Rolland affrontò il Dente del Gigante (4.014 m), ascensione réputée jusqu’ici impossible . Pochi giorni dopo, il 31 agosto, scalò la Grivola (3.069 m). Fu lei stessa a raccontare le sue imprese estive, che vennero pubblicate su La Rivista Alpina , n. 10, uscita in ottobre. (4) Il 3 settembre 1891, la nobildonna raggiunse la Punta Dufour (4.634 m), la vetta più alta del Monte Rosa. Alla sua passione per la montagna si accompagnava anche quella per la fotografia. Un giornale del 1893 informava che la baronessa, “ben nota nel mondo dell’alpinismo e soprattutto nella Valle d’Aosta, ha ottenuto una medaglia di bronzo alla mostra fotografica di Torino. Ha esposto una quantità di vedute alpine realizzate con una rara abilità: le cime del Monte Bianco, il Dente del Gigante e molte altre vette delle nostre Alpi. Madame la baronessa de Rolland è appassionata delle nostre montagne, che ha percorso compiendo ascensioni pericolose e di prim’ordine. Al gusto per l’alpinismo, unisce quello per l’arte, e i suoi lavori fotografici contribuiranno a far conoscere sempre più le bellezze della Valle d’Aosta”. La mostra, organizzata e ospitata dalla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino, presentò una selezione delle sue fotografie scattate durante le peregrinazioni alpine; queste e altre immagini furono successivamente donate alla sezione del CAI del capoluogo piemontese. Negli anni successivi, quando la montagna divenne per lei sempre più lontana, continuò a dedicarsi alla beneficenza, attività che non aveva mai abbandonato. Nel 1901, ad esempio, contribuì alla raccolta fondi per la costituzione del giardino botanico al Plan Gorret di Courmayeur. Con il passare del tempo, le tracce di Giulia Ferri si affievolirono, e non sembrano esistere fotografie che la ritraggano. Si spense nel 1929, all’età di 87 anni, lasciando un’eredità di coraggio, passione e impegno che merita di essere ricordata. (1) Nel 1892, Giulia Ferri avviò importanti lavori di ristrutturazione e ampliamento nella villa di famiglia a Fano, che in seguito prenderà il suo nome. https://www.histouring.com/strutture/relais-villa-giulia/ (2) Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia , 21 maggio 1866. (3) Da Chieti fu spostato a Livorno, poi a Firenze (1876). Dopo il seggio di Aosta, rappresentò successivamente Ivrea, poi fu senatore e consigliere provinciale di Torino dal 1885 al 1895 (4) Feuille d’Aoste , 6 novembre 1889.