Una casa, grandi storie
Ad Aosta, in via San Giocondo, si erge un curioso edificio.
Si tratta di una vecchia casa risalente all’inizio del XIX secolo e che a lungo ha portato il nome del suo primo proprietario, il procuratore Mellé.
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Nel corso del tempo la struttura è stata utilizzata per diversi scopi.
Dal 1830 al 1834, per esempio, la casa ospitò l’institution Boeris:
l’abbé
Pierre-Marie-Victor Boeris (1805-1844) - all’epoca professore al Collège
di Aosta - aveva a cuore l’istruzione dei giovani che cercava di aiutare.
In quegli anni, infatti, la parte orientale dell’abitazione fu assegnata come alloggio riservato ai fratelli Joseph, René e Laurent Alby rimasti orfani; più tardi, diventarono personaggi celebri della storia valdostana.(2)
Nel novembre del 1845, invece, il canonico D’Introd presentò al Sindaco di Aosta il progetto per trasformare l’edificio in bains domestiques
pubblici. Per fare ciò, chiese anche l’autorizzazione per captare, tramite una condotta, l’acqua che scorreva nei pressi dell’attuale via abbé Chanoux.(3)
Il complesso era dotato di une galerie soit terrasse et une cour axposées au midi et bien abritées des vents; des cabinets, des chambres meublées et indépendantes les unes des autres, des lits,...(4)
Sul muro romano sottostante, lo stesso su cui poggia il lato nord della casa, era presente una porta che dava accesso alla zona settentrionale. Ciò permetteva agli ospiti di raggiungere i sentieri che si spingevano in aperta campagna e verso la collina per fare delle belle passeggiate; nei pressi della casa, infatti, si apriva la famosa promenade des capucins
(oggi via Père Laurent).
Secondo la stampa locale la struttura offriva tanti comfort. Soprattutto, garantiva - oltre ai bains simples
ai bains artificiels
- un tipo di vasca a vapore all’avanguardia che nulla aveva da invidiare al famoso modello russo dell’epoca. Infatti, si poteva modulare il flusso del vapore o fare dei bagni terapeutici.
A quel tempo, la casa era occupata dalla famiglia di Pierre Manzetti che dal 1° giugno 1846 diresse per diversi anni quello che fu il primo stabilimento di bagni a vapore di Aosta.
Nel 1840 un figlio di Pierre, Innocenzo (1826-1877), in quell’abitazione costruì il famoso automa suonatore di flauto e, soprattutto, inventò il telefono (1849-50).
Successivamente, monsignor André Jourdain, vescovo di Aosta (1832-1859), fece ospitare nella casa alcuni missionari, ma essi vi soggiornare poco tempo perché nel 1859 la diocesi restaurò il priorato di Saint-Pierre dove i religiosi furono poi trasferiti.
La maison Mellé
era conosciuta anche con altri nomi come, per esempio, Jorcin
(dal savoiardo Jorcin che l’abitò dopo Mellé) o, dopo il 1881,
Noussan; qualcuno in tempi più recenti la chiamava, invece, “macchina da scrivere”, nome curioso che prenderebbe origine dalla particolare forma della terrazza.
Intorno alla metà degli anni Novanta del XX secolo la casa è stata oggetto di un risanamento conservativo; fino ad allora, su di un muro dell’edificio (lato interno occidentale) era ancora possibile leggere la scritta Bain à vapeur; un’altra iscrizione - sempre a ovest, ma lungo la parete esterna - doveva riportare la frase “établissement de bains”.
(1) Biblioteca Seminario Maggiore di Aosta, Fondo Gal-Duc, Cart. XCIV, chemise B 44. (2) J.-O. Mellé, René et Joseph Alby - Notices nécrologiques, Aoste 1883, p. 13 n. 1. (3) Biblioteca Seminario Maggiore di Aosta, Fondo Gal-Duc, Cart. XCIV, chemise E 84. (4) Feuille d’Annonces d’Aoste, 30 aprile 1846.