Che fine fecero le fontine del 1921?
Il 1921 fu un anno strano per la fontina.
In quel periodo, infatti, i giornali riportarono curiose notizie inerenti la scomparsa di numerose forme di formaggio un po’ dappertutto in Valle d’Aosta.
Il perché e il per come ebbe inizio quell’ondata di furti non è chiaro.
Certo è che nella notte tra il 5 e il 6 di aprile le prime fontine - nove per l'esattezza - sparirono dal magazzino di Aosta di Arthur Frassy: valore 1.600 lire.(1)
Qualche tempo dopo, il 18 maggio per la precisione, alcuni ladri penetrarono invece nella grande laiterie de la pleine
a Meysattaz (Saint-Christophe) e rubarono 65 forme di fontina tra le più belle e mature conservate nel deposito: il danno fu valutato in 14.000 lire.
Quei furti sembravano tra loro correlati, tanto che il giornale Le Duché d’Aoste
dichiarò: nous voulons croire que la police aura assez de tact et de décision pour prendre dans ses filets cette bande d’escroqueurs qui semble avoir pris de mire les magasins, assez garnis à cette époque, de nos laiteries.(2)
Sparizioni che, infatti, fecero scalpore e sollevarono molti dubbi su quale strada avessero preso tutti quei formaggi e, soprattutto, chi fossero i colpevoli; qualcuno ne fece addirittura anche una questione politica.(3)
La gente comune, al netto delle polemiche e dei sospetti, era preoccupata e certi bruits
cominciarono a diffondersi nei villaggi valdostani.
A Fénis, per esempio, una banda di malfattori che risultava essersi nascosta nei boschi del circondario allarmò tanti abitanti per tutto quello che ciò poteva comportare; e la produzione casearia sembrava la prima ad essere minacciata, car le moment du désalpage arrive, et nos fontines n’ont plus la protection nécessaire.(4)
Gli abitanti di Oyace e di Bionaz, parimenti spaventati per quanto stava accadendo, furono però anche colti da un’altra terrible surprise: il 19 ottobre - durante un’ispezione all’alpeggio di Grand-Chamin (Bionaz) - il sindaco di Oyace, Julien Pétey, e il suo aiutante Petitjacques furono accolti a revolverate da sconosciuti che si erano introdotti nella baita.
I fatti: verso le 21 i due erano da poco entrati nel buio magazzino quando, non appena accesa una candela per far luce, furono ricevuti a pistolettate da alcuni ladri che qualche tempo prima si erano intrufolati e nascosti nel deposito di Pétey. Petitjacques fu ferito gravemente e anche il sindaco fu colpito da più proiettili ad un braccio, Essendosi assicurato delle condizioni del suo compagno, quest'ultimo semi agonizzante e stremato, si lanciò alla ricerca di aiuto e, dopo tre ore di cammino, riuscì a raggiungere il paese e a dare l’allarme.
Nel frattempo, mentre i delinquenti se l’erano ormai data a gambe portando con loro undici belle forme di fontina,(5)
fu organizzata una squadra di soccorso che riuscì a portare all’ospedale il povero Petitjaques al quale, qualche giorno dopo, fu amputato un braccio.(6)
Poco tempo dopo quel dramma, l’ennesimo furto.
Questa volta un giornale locale informò che la polizia era oramai prossima a districare l’ingarbugliata matassa du gros vol de fontines
avvenuta a Châtillon dove, senza lasciare traccia, erano sparite qualcosa come 140-150 forme di fontina.
Sembrava, infatti, che - grazie anche ad alcune “soffiate” - cinque sospettati erano già stati arrestati,(7) ma dopo 47 giorni di prigione questi risultarono innocenti...(8)
Intanto, i furti non si fermarono a quel 1921, basti pensare che già solo nel febbraio del 1922 a Villefranche (Quart) furono rubate ancora 26 forme di formaggio dalle cantine della latteria consortile; quattro furono poi abbandonate dai ladri in un prato durante la fuga.(9)
Ulteriori indagini non sembrarono portare a molto altro e l'affaire
non fu del tutto chiarito...
(1) Le Duché d’Aoste, 13 aprile 1921. (2) Edizione del 25 maggio 1921. (3) La Vallée d’Aoste, 11 giugno 1921. (4) Le Mont-Blanc, 9 settembre 1921. (5) La Doire Balthée, 28 ottobre 1921, Le Pays d’Aoste, 28 ottobre 1921. (6) Le Duché d’Aoste, 2 novembre 1921. (7) La Doire Balthée, 18 novembre 1921. (8) La Doire Balthée, 6 gennaio 1922. (9) Le Pays d’Aoste, 10 marzo 1922.