Il dottor Cerise e il povero
Nel lontano gennaio del 1877, il Refuge des pauvres
di Aosta accolse un anziano dal volto segnato dal tempo, testimone di una storia di sofferenza e di speranza.
Era un uomo che, vent’anni prima, aveva vagato senza dimora per le strade di Parigi. In quella grande città, un riferimento importante per i valdostani emigrati era il rinomato dottor Laurent Cerise (1807-1869), originario di Aosta. La sua fama si estendeva su tutta la Francia, poiché incarnava i valori della generosità e della compassione, diventando un faro di speranza per i suoi compatrioti in cerca di aiuto.
Così, il nostro vecchio, disperato e privo di risorse, si rivolse a quel nobile medico e gli chiese un prestito di 800 franchi, una somma considerevole che avrebbe restituito entro un anno. M. Cerise qui ne savait pas refuser, prit dans son tiroir cette somme et la lui remit. Il dottore, dunque, incapace di negare un aiuto a chi lo chiedeva, gli consegnò l’importo richiesto senza esitazione.
Ma il tempo passò e il debitore sparì nel nulla. Gli anni trascorsero e quel vecchio non diede più alcun segno di vita. Nel frattempo, il dottor Cerise dimenticò il debito, pensando che i soldi fossero andati persi per sempre.
Ancora due anni passarono e finalmente la porta del dottore fu bussata da un uomo dalle rughe che narravano le fatiche della vita. Perplesso, il dottor Cerise lo fece entrare e lo osservò attentamente, cercando di riconoscerlo. "Je viens, Monsieur le docteur, per restituirvi gli 800 franchi che mi avete gentilmente prestato", disse l’uomo con voce ferma. “Ecco qui, capitale e interessi.”
Il dottore, confuso, lo guardò negli occhi e rispose: Je n’ai pas souvenir de vous avoir jamais vu, moins encore de vous avoir prêté de l’argent. L’uomo, con calma e rispetto, rispose: “Se lo dite voi, signor dottore, probabilmente è passato molto tempo. Otto anni fa, signore..." (e qui declinò il suo nome e ricordò nei dettagli le circostanze del prestito). "Il motivo per cui ho tardato così tanto a saldare il debito è perché fino ad ora non ho potuto..."
"Ma come avete fatto alla fine a raccogliere tale somma, con gli interessi?”, chiese il dottore, ancora incredulo di fronte a quel mistero che si stava svelando.
L’uomo, con un sorriso lieve e malinconico, rispose: je me suis imposé de rudes privations et je me suis condamné à boire à la fontaine: “mi sono imposto dure privazioni, ho abbracciato uno stile di vita sobrio bevendo solo acqua di fonte.”
Le parole del debitore risuonarono nella mente del dottor Cerise, che si trovò a contemplare la grandezza d’animo di quell’uomo. Aveva superato le prove del tempo, lottato contro le avversità e, finalmente, era giunto a saldare quel debito contratto tanti anni prima.
Nel tempo, infatti, il buon dottor Cerise, ricordando il comportamento di quell'uomo, amava dire: une aussi bonne fortune ne m’est pas arrivée souvent.(1)
Non è chiaro se il dottore abbia accettato quella somma; considerando la sua notoria filantropia, nel caso in cui l'avesse accettata, è probabile che l'abbia poi destinata ai suoi vari canali di beneficenza, incarnando così il suo modus operandi nel voler aiutare gli altri.
Nell'immagine: La statua del dottor Cerise, dal 1924 installata nei giardini Lussu di Aosta; nel 1872 era stata collocata in piazza Chanoux, ma fu spostata per lasciare posto alla statua dedicata al Soldato valdostano (l'Alpino).
(1) Feuille d’Aoste, 30 gennaio 1877.