L’audace furto a Saint-EtienneIl furto fu da manuale: una scala appoggiata ad una finestra senza inferiate del primo piano di una abitazione (lato giardino) e due ladri che la salgono e s’intrufolano.
Iniziò così un furto che scosse gli abitanti di Aosta:
un attentat aussi atroce qu’inouï, vient de répandre l’effroi parmi les paisibles habitants de la ville d’Aoste; il soulève justement l’indignation publique.
(1)Accadde venerdì 23 novembre 1894, intorno alle due del mattino, quando “due mostri in carne umana” armati di revolver e guidati da
une infame spéculation
s’introdussero all’interno della canonica di Saint-Etienne.
Una volta all’interno, i delinquenti percorsero silenziosamente il corridoio per raggiungere le scale e poi scendere in quello del piano terra. Da lì, aprirono la porta principale al fine di facilitare più tardi la loro fuga.
Fatto ciò, risalirono al piano superiore e penetrarono nella camera da letto del parroco, il reverendo Pierre-Philippe Sarteur,
(2)
il quale si svegliò di soprassalto.
Alla luce di una lampada, il religioso scorse due uomini mascherati che gli stavano puntando contro i loro revolver: uno frontale, l’altro di lato.
“Cosa volete?”, chiese con tono severo.
“Soldi”, rispose laconico uno dei due.
Il parroco, senza perdere la calma di cui era dotato, replicò di non avere soldi.
I malfattori, rimanendo nella penombra, permisero al poveretto di vestirsi alla meglio; poi - sempre sotto la minaccia delle loro pistole
prêts à la détente
- lo seguirono fino al piano terra.
Là il religioso aprì il cassetto della tavola e mostrò loro il portafoglio che i due immaginavano ben rifornito, ma che invece conteneva molto poco.
Scornati dalla magra sorpresa, i ladri fuggirono via.
Il giornale che dava la notizia del furto informava di essere a conoscenza che
déjà on a écroué quelques personnes, dont une est fortement soupçonnée.
(3)Quest’ultimo - che poi si rivelò totalmente innocente e che la giustizia, per l’appunto, riabilitò riconoscendolo estraneo ai fatti - sarebbe stato il signor Julien Pastorel; i giornali, infatti, riconobbero pubblicamente quel
pénible erreur
che aveva compromesso la reputazione di quell’uomo e, tra le varie cose, anche le relazioni commerciali che questi era riuscito ad instaurare da anni con diverse imprese svizzere.
(4)I veri fautori del crimine - che nel frattempo erano stati catturati per aver compiuto un altro furto - rivelarono agli inquirenti la loro totale colpa nel misfatto ai danni del parroco.
Furono, dunque, imprigionati e pagarono con il carcere quello e tanti altri crimini che avevano messo paura e disordine in tutta la città nel corso del 1894.
Si trattava, infatti, della temibile banda Capello che era stata sgominata appena qualche giorno dopo la rapina fatta in canonica a Saint-Etienne.(5)
(1) Le Duché d’Aoste, 28 novembre 1894. (2) Pierre-Philippe Sarteur (1837-1930), considerato alla sua scomparsa come il Decano del clero valdostano, fu prete per 68 anni, e parroco di Saint-Etienne in Aosta per 43 a partire dal 1870. (3) Le Duché d’Aoste, 28 novembre 1894. (4) Le Mont-Blanc, 14 dicembre 1894. (5) La vicenda è raccontata in un altro mio racconto in questo blog: Furti e revolverate tra le vie di un’Aosta fine ‘800.