Lo strano gatto del dottor Grappein
Il 5 aprile 1841, da Cogne, il dottor César-Emmanuel Grappein (1772-1855) scrisse una lettera piuttosto curiosa indirizzata al conte Victor-Jean-Sulpice De-La-Rocca-Challant (1778-1857) di Aymavilles.
Questo il contenuto (tradotto dal francese):
“Signor Conte, vogliate avere la bontà di ricevere il piccolo duca nel vostro vasto e magnifico castello. E’ un uccello raro e affascinante; si nutre solo di topi, di ratti, d’uccelli e di carne fresca. Questo uccello singolare, che è un gatto con le piume, è il terrore dei ratti e dei topi; in due o tre (giorni), libererà tutti gli appartamenti.”(1)
Conoscendo l’indole e la vis polemica del dottore (che in quegli anni era anche sorvegliato dalla polizia che lo aveva bollato come sovversivo),(2)
il contenuto della missiva poteva apparentemente sembrare un qualche messaggio politico - quasi cifrato(3)
- concernente il giovanissimo principe Ferdinando di Savoia (1822-1855) - duca di Genova, appunto - che poche settimane più tardi ebbe modo di fare una visita a Cogne passando da Bard e scendendo poi al castello di Aymavilles proprio presso il Conte.
Lo stesso Grappein, nel descrivere su di un giornale locale il passaggio del giovane duca, asserì che il Principe fu ospitato nel prestigioso maniero che aveva visto tanti personaggi illustri, comme il voit tous les jours l’infortune et le malheur aller domander des secours qui ne sont jamais refusés.(4)
La lettera, invece, non nascondeva nulla di criptico.
Neppure una ipotetica speranza riposta nell’intervento di Sua Altezza Reale - con la quale il dottor Grappein intrattenne poi una intensa corrispondenza - e nel suo alto senso di giustizia e di bontà.
Tutti valori che magari potevano correre in aiuto del conte e di coloro che per necessità bussavano al portone del castello e che ricevevano sempre solidarietà.
No, niente di tutto questo. Nessuna azione di “caccia” indirizzata verso chi, magari abusando della propria autorità e posizione, poteva mettere in difficoltà i deboli di cui sopra.
Nessun retro pensiero, dunque.
Il buon dottore, molto più semplicemente, all’amico conte inviò un assiolo, cioè un gufo.
Anzi un gufetto.
Dunque, Il petit duc
- citato nella lettera anche come chat à plumes
- non era altro che un piccolo strigide: animale, tarchiato, con grandi occhi gialli, ciuffetti auricolari e che presenta un piumaggio grigiastro maculato simile alla corteccia degli alberi. Gli ornitologi anglosassoni chiamano questo gufo anche con il nome di feathered wildcat, cioè “gatto selvatico piumato” a causa della sua agilità, della determinazione durante la caccia e dell’alimentazione diversificata; il muso, in certi momenti, assomiglia poi proprio a quello di un gatto.
Insomma, il dottore - probabilmente contattato dal conte stesso - aveva trovato un modo naturale e molto efficace per disinfestare il castello di Aymavilles che doveva avere troppi “ospiti” indesiderati.
All’epoca forse non erano presenti in loco, ma in tempi recenti il maniero è stato censito come sito nidificante e riproduttivo di colonie di pipitrelli (Myotis myotis); mammiferi che sono tutelati.
(1) Associazione Musei di Cogne, Fonds Grappein, carton 5, doc. 283. (2) Per le sue idee rivoluzionarie - a tratti anticlericali - e per i suoi contatti con gli ambienti liberali, fu sorvegliato dalla polizia governativa che nel 1835 lo aveva bollato come sovversivo; da un rapporto si legge che Grappein sarebbe stato uno dei capi de’ liberali, miscredente, nemico del governo
(S. Montaldo, Medici e società: Bartolomeo Sella nel Piemonte dell’Ottocento, p. 105). (3) Sulla fontana in ferro di Cogne, ideata e fatta realizzare da Grappein tra il 1809 e il 1816, il gufo rappresenterebbe la “rapace” fazione di nemici che avversavano l’operato del dottore. M. Caniggia Nicolotti, Cogne e i misteri del dottor Grappein, p. 104. (4) Feuille d’Annonces d’Aoste, 30 luglio 1841.
- Immagine di copertina: Il gufo rappresentato sulla fontana in ferro del dottor Grappein a Cogne.